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Dietro lo sbarco su Marte di Elon Musk c’è un italiano

Faccia a faccia con Mauro Prina,  l’ingegnere che si sta occupando di coronare il sogno del patron di Space X, Elon Musk. “Ecco come saper filtrare il vino mi ha aiutato incredibilmente nella progettazione” ci ha detto.
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Dietro lo sbarco su Marte di Elon Musk c’è un italiano

Faccia a faccia con Mauro Prina,  l’ingegnere che si sta occupando di coronare il sogno del patron di Space X, Elon Musk. “Ecco come saper filtrare il vino mi ha aiutato incredibilmente nella progettazione” ci ha detto.
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Dietro lo sbarco su Marte di Elon Musk c’è un italiano

Faccia a faccia con Mauro Prina,  l’ingegnere che si sta occupando di coronare il sogno del patron di Space X, Elon Musk. “Ecco come saper filtrare il vino mi ha aiutato incredibilmente nella progettazione” ci ha detto.
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Faccia a faccia con Mauro Prina,  l’ingegnere che si sta occupando di coronare il sogno del patron di Space X, Elon Musk. “Ecco come saper filtrare il vino mi ha aiutato incredibilmente nella progettazione” ci ha detto.
  Space X, la visionaria compagnia spaziale di Elon Musk, parla anche italiano e lo fa con il nome di Mauro Prina, ingegnere residente negli States da oltre 20 anni ma “made in Piemonte”. Lo abbiamo incontrato all’Open Summit di Startup Italia, evento dedicato al mondo dell’innovazione in ambito tech di cui La Ragione è stata media partner.  La storia di Prina è davvero affascinante. Quanti, infatti, definirebbero la NASA “troppo lenta” tanto da decidere di lasciarla per buttarsi in quella che allora era una piccola startup? Era il 2007 e quella startup si chiamava SpaceX, l’azienda che oggi conta più satelliti al mondo.  Prina, Director of Thermal Dynamics di SpaceX,  ha parlato del sistema da lui progettato per coronare il sogno di Elon Musk di portare l’uomo su Marte: un sistema che protegge la navicella al suo rientro nell’atmosfera, in modo che non si trasformi in “una stella cadente”.    In che cosa consiste il suo lavoro esattamente?  Prina ha costruito vari pezzi di Falcon 9, il tipo di razzo prodotto dall’azienda di Elon Musk, guardando alle sue origini e all’artigianato italiano. “Dovevo trovare delle tecnologie che permettessero alle navicelle di tornare come un pezzo unico, e non bruciate” – ha raccontato Prina – “Ho imparato a fare delle ceramiche studiando dai maestri di Imola, di Sassuolo e mettendo insieme varie tecniche che non mi sarei mai aspettato di usare, come filtrare il vino dal mosto o mantenere l’olio in sospensione. Tante cose diverse grazie alle quali ho avuto la conferma di come l’Italia sia avanti”.  Dopo un’infanzia tra le dolci valli della Val D’ossola, del suo percorso professionale il nerd che l’America ci ha strappato seppur ancora molto legato alle sue origini e al lavoro concreto – come ogni buon piemontese che si rispetti – dice di essersi fatto guidare di “luce in luce, un cammino che all’inizio non avrei mai pensato”.  Alla domanda difficilissima “Andremo davvero su Marte?” risponde in maniera semplice con un candido: “Ce la stiamo mettendo tutta”. Tutte le energie e i desideri del team, infatti, puntano al pianeta rosso.  Elon Musk non ha mai nascosto quella che per lui è una vera ossessione: “E’ uno che crede nel desiderio che nasce in lui e tira dritto nel perseguirlo – racconta Prina – Facendo così trascina e tira fuori il meglio di tutti quelli con cui lavora”   E la parola desiderio torna ancora durante l’incontro. Per l’ingegnere è un qualcosa di “radicale” per poter fare innovazione, è la scintilla che segna la traiettoria e che “muove”. La decisione infatti di lasciare la NASA per l’allora neonata startup SpaceX è scaturita proprio da questa riflessione: “qui c’è qualcosa che si muove, qui si cammina”. Atteggiamento visibile e concreto, che ha portato a una proposta economica strutturata da parte dell’azienda americana già la sera stessa del colloquio.  Solo un visionario come Elon Musk – appena nominato uomo dell’anno dalla prestigiosa rivista Time – poteva intercettare il potenziale di chi ha compreso che saper filtrare il vino può tornare utile anche per andare nello spazio.     di Sara Tonini  

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