AUTORE: Jean Valjean
«Romeo, perché ti chiami Romeo? Cambia il tuo nome. In fondo, che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome profumerebbe altrettanto dolcemente».
Chissà se Mark Zuckerberg, pensando di cambiare nome a Facebook, la sua creatura, avrà riflettuto su quella strana coppia del brand e della sostanza che già vedeva flirtare i Romeo e Giulietta di Shakespeare. Cambiare il nome a una rosa lasciando che resti una rosa ha senso? Nella vita reale non molto, ha semmai il gusto del travestimento, ma nell’epoca della comunicazione e dell’immagine vattelappésca. Potrebbe pure funzionare.
La questione resta però intatta. Perché Zuckerberg avrebbe deciso di ribattezzare Facebook? Il nuovo nome della società, che oggi possiede anche WhatsApp e Instagram, dovrebbe essere annunciato il prossimo 28 ottobre. Non si tratta di mettere un “mi piace” o un “non mi piace” a questa scelta ma semmai di comprenderne le ragioni.
Qui le considerazioni si moltiplicano: c’è chi nota il momento critico per Facebook, al centro di polemiche e attacchi mediatici sempre più pressanti. Chi invece fa notare come il colosso social sia nel vortice di una battaglia politica appena cominciata negli Usa e che mira a ridurne la concentrazione monopolistica, cresciuta molto in questi anni. Considerazioni che ci riportano, più che a Shakespeare, a un casalingo Giuseppe Tomasi di Lampedusa e al suo gattopardo: tutto cambi perché nulla cambi. E chissenefrega del nome, se poi una rosa ribattezzata in altro modo resta comunque una rosa.
di Jean Valjean
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