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Gli italiani spiati dalle loro telecamere

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Essere spiati in casa propria dalle telecamere installate per avere maggiore sicurezza. I ricercatori avrebbero scoperto online oltre 40mila occhi elettronici a cui sarebbe possibile accedere con un po’ di dimestichezza con Internet

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Gli italiani spiati dalle loro telecamere

Essere spiati in casa propria dalle telecamere installate per avere maggiore sicurezza. I ricercatori avrebbero scoperto online oltre 40mila occhi elettronici a cui sarebbe possibile accedere con un po’ di dimestichezza con Internet

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Gli italiani spiati dalle loro telecamere

Essere spiati in casa propria dalle telecamere installate per avere maggiore sicurezza. I ricercatori avrebbero scoperto online oltre 40mila occhi elettronici a cui sarebbe possibile accedere con un po’ di dimestichezza con Internet

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Essere spiati in casa propria dalle telecamere installate per avere maggiore sicurezza. È il paradosso che accade in Italia (e in tutto il mondo). Siamo portati a pensare che posizionare le videocamere nelle abitazioni serva a farci stare più tranquilli. Di esempi se ne possono fare molti: dai dispositivi utilizzati per controllare quanto avviene in giardino, nel box o dove ci sono oggetti preziosi fino ai baby monitor. Collegate 24 ore su 24 a Internet, queste apparecchiature spesso finiscono però per diventare un asso nella manica… degli spioni.

Lo dimostrano i ricercatori di un’agenzia di sicurezza informatica che avrebbero scoperto online oltre 40mila occhi elettronici (dato a livello mondiale) a cui sarebbe possibile accedere con un po’ di dimestichezza (neanche troppa) con Internet. Secondo tale ricerca, sarebbero almeno 1.000 i dispositivi ‘esposti’ in Italia. Ma la realtà è ben peggiore. A essere spiate nel nostro Paese sarebbero infatti – questo rivelano i dati del “Corriere della Sera” – più di 74mila apparecchiature. Ciò avviene per diverse motivazioni: dagli username e dalle password che rimangono quelli di default fino alla mancata corretta configurazione dei dispositivi. Ed è così che persone senza scrupoli (commettendo un reato) invadono la privacy grazie a degli strumenti che – installati per la nostra sicurezza e incolumità – diventano invece pericolosi. Rendendoci vulnerabili protagonisti di un Grande Fratello virtuale della cyber (in)sicurezza.

Di Filippo Messina

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