I mille volti pirandelliani nei videogiochi
I mille volti pirandelliani nei videogiochi
I mille volti pirandelliani nei videogiochi
Da quando, nel 1981, la giapponese Nintendo ha sfornato il celeberrimo coin-op “Donkey Kong”, primo videogame a presentare una trama con un protagonista umano, gli utenti di tutto il mondo hanno iniziato a poter avere un avatar in cui immedesimarsi, in una sorta di gioco di maschere e specchi su continui rimbalzi tra reale e virtuale che prosegue fino a oggi. Un grande autore come Luigi Pirandello, al quale il tema dell’identità è sempre stato caro, avrebbe certamente trovato tutto ciò molto interessante. A tal proposito, quali sarebbero stati i videogiochi preferiti dall’intramontabile narratore siciliano?
Stanley lavora come impiegato in una stanzetta di un grosso ufficio: tutto quello che deve fare quotidianamente è digitare sulla tastiera del proprio pc, eseguendo gli incarichi che gli vengono di volta in volta assegnati. Un giorno, però, non avendo ricevuto alcun compito esce incuriosito dal suo cubicolo, scoprendo che tutti i suoi colleghi sembrano svaniti nel nulla. È questo l’incipit del surreale e filosofico “The Stanley Parable: Ultra Deluxe”, recente e imperdibile rivisitazione dell’acclamato capolavoro indipendente del 2013 sul tema del libero arbitrio, arricchito di nuovi contenuti che lo rendono ancora più godibile e ironico. Nei panni di Stanley ci troveremo a vagare nel labirintico ufficio, mentre un logorroico e onnisciente narratore fuori campo commenterà le nostre scelte e tenterà di influenzarle, riavviando l’avventura non appena si raggiungerà uno dei molti finali possibili.
Chi ha sogni di potere potrà sbizzarrirsi interpretando addirittura l’uomo più potente del mondo, ovvero il presidente degli Stati Uniti in “This Is the President”, un emozionante videogame manageriale a sfondo politico dove si dovranno prendere le decisioni giuste e gestire al meglio il proprio staff per mantenere alto il consenso del popolo. Purtroppo il nostro personaggio non è uno stinco di santo e il suo passato da uomo d’affari non certo irreprensibile rischia di tornare a galla e procurargli esiziali guai giudiziari. Per questo motivo bisognerà riuscire a far ratificare al Congresso il ventottesimo emendamento che gli assicurerà l’immunità a vita. Oltre alla scelta dei collaboratori migliori da utilizzare nelle crisi più disparate, tra l’amministrazione delle finanze, i discorsi alla nazione, le conferenze stampa e i tweet da scrivere ci saranno abbastanza incombenze da tenerci impegnati, mentre si dipanerà una trama avvincente forgiata dalle nostre azioni.
Quando gli avatar diventano persone reali che interpretano da attori i personaggi virtuali di un videogame, si raggiunge la massima compenetrazione tra l’identità reale e quella fittizia. Questo è il caso dell’eccellente “The Centennial Case: A Shijima Story”, un thriller interattivo che non ha nulla da invidiare a una pellicola cinematografica. Nel ruolo di una scrittrice di romanzi gialli, partendo dal ritrovamento di uno scheletro ci si dovrà improvvisare detective per svelare il mistero secolare di una facoltosa famiglia legato a un frutto leggendario in grado di donare la vita eterna. Catapultati attraverso differenti periodi storici, bisognerà risolvere degli omicidi utilizzando le proprie capacità analitiche e deduttive per raccogliere indizi, formulare ipotesi e completare con successo il quadro degli eventi che porterà alla verità finale. La suggestiva atmosfera è garantita dall’ottima prova di recitazione degli attori che le conferisce ulteriore credibilità e massimizza il coinvolgimento del giocatore.
di Piermarco Rosa
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche