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I nonni si stanno rivelando una straordinaria sorpresa

Il limite della spaccatura generazionale sta nell’incapacità comunicativa: parliamo delle stesse cose ma con lingue diverse. EduGamers for Kids, un progetto che aiuta ad abbattere le barriere generazionali.
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I nonni si stanno rivelando una straordinaria sorpresa

Il limite della spaccatura generazionale sta nell’incapacità comunicativa: parliamo delle stesse cose ma con lingue diverse. EduGamers for Kids, un progetto che aiuta ad abbattere le barriere generazionali.
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I nonni si stanno rivelando una straordinaria sorpresa

Il limite della spaccatura generazionale sta nell’incapacità comunicativa: parliamo delle stesse cose ma con lingue diverse. EduGamers for Kids, un progetto che aiuta ad abbattere le barriere generazionali.
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Il limite della spaccatura generazionale sta nell’incapacità comunicativa: parliamo delle stesse cose ma con lingue diverse. EduGamers for Kids, un progetto che aiuta ad abbattere le barriere generazionali.
Forse avrete sentito di quella volta che il videogioco più giocato al mondo è stato colpito da una pandemia. Facciamo un passo indietro. “World of Warcraft” è il videogioco Mmorpg (acronimo di Massively multiplayer online role-playing game ovvero Gioco di ruolo multigiocatore in rete di massa) più giocato al mondo. Milioni di persone vivono, si muovono, corrono e combattono a Warcraft e nel 2005 questa ‘vita’ è stata solcata da una epidemia. Letteralmente. L’incidente del corrupted blood (sangue corrotto) è stata un’anomalia del software che ha scatenato un’epidemia virtuale della durata di 7 giorni. La situazione creatasi e le conseguenti reazioni dei giocatori hanno attirato l’interesse di studiosi e servizi di intelligence, rappresentando un esempio virtuale di quello che sarebbe potuto accadere in caso di pandemie o attacchi biologici nel mondo reale. Evidentemente non hanno studiato il caso abbastanza, visto quanto accaduto 15 anni dopo, ma alcune domande sono sorte spontanee: visto lo strapotere attrattivo di videogame che spostano milioni di persone e considerato che il loro giro d’affari è il più cospicuo al mondo, quali sono i videogiochi adatti ai nostri figli? Qual è il giusto tempo di gioco? È normale che mio figlio si arrabbi così tanto quando perde? Non sarà pericoloso giocare online? Perplessità che ci attanagliano di fronte a un mondo che vediamo potente e oscuro. Esistono persone che a queste domande tentano di dare una risposta: EduGamers for Kids è un progetto in crowdfunding (una raccolta fondi attraverso piccoli contributi di gruppi numerosi) nato nel 2019 per formare un gruppo di educatori/gamer: una sorta di Mary Poppins 2.0 che si muovono agilmente tra “Fortnite” e il salotto di casa, tra il mondo di “Minecraft” e un’aula scolastica. Il progetto, alla sua seconda campagna di raccolta fondi lanciata su Eppela il 18 ottobre, ha come obiettivo quello di realizzare un ciclo di incontri pubblici online che parlino di videogiochi e consigli di sopravvivenza per genitori, nonne e nonni. Il fondatore Mauro Maurino mi ha detto: «Abbiamo erogato 2 ore di addestramento su “Minecraft” a una nonna di 75 anni che vuole imparare i rudimenti del gioco per stare vicina a suo nipote. I nonni si stanno rivelando una straordinaria sorpresa». Il limite della spaccatura generazionale sta nell’incapacità comunicativa: parliamo delle stesse cose ma in lingue diverse. Il dialogo, l’abbattimento delle barriere generazionali e dei pregiudizi è la strada per una comprensione maggiore tra noi e i nostri figli e di conseguenza per un futuro più sano per tutti.   di Rudy Bandiera

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