
Il lato oscuro dei social, come le click farm distorcono la realtà – IL VIDEO
Like, follower e commenti: per pochi dollari se ne possono acquistare a migliaia. Dietro ai like e ai follower dei profili di successo presenti sui social, talvolta, si nasconde una realtà ben diversa. Cosa sono le click farm
Il lato oscuro dei social, come le click farm distorcono la realtà – IL VIDEO
Like, follower e commenti: per pochi dollari se ne possono acquistare a migliaia. Dietro ai like e ai follower dei profili di successo presenti sui social, talvolta, si nasconde una realtà ben diversa. Cosa sono le click farm
Il lato oscuro dei social, come le click farm distorcono la realtà – IL VIDEO
Like, follower e commenti: per pochi dollari se ne possono acquistare a migliaia. Dietro ai like e ai follower dei profili di successo presenti sui social, talvolta, si nasconde una realtà ben diversa. Cosa sono le click farm
Like, follower e commenti: per pochi dollari se ne possono acquistare a migliaia. Dietro ai like e ai follower dei profili di successo presenti sui social, talvolta, si nasconde una realtà ben diversa. Cosa sono le click farm
Dietro ai like e ai follower dei profili di successo presenti sui social, talvolta, si nasconde una realtà ben diversa. Esistono delle fabbriche di “like” dove, per mezzo di centinaia di migliaia di smartphone manovrati tramite computer da parte di un manipolo di individui, si riesce a incrementare artificialmente il traffico di utenti su un sito di e-commerce, così come il numero di ascolti e visualizzazioni di musica e video, o ancora il numero di interazioni, like e commenti su un profilo social. Ovviamente, si tratta di servizi a pagamento che sono al limite della legalità. Le “click farm” (fabbriche di like) sono allocate principalmente nel sudest asiatico e per pochi dollari possono letteralmente costruire da zero una “valida” reputazione sul web. Difatti, quando si è influencer le aziende guardano al numero di interazioni e like per decidere se commissionare o meno una collaborazione, allo stesso modo quando si è un brand o un qualunque altro sito, i motori di ricerca favoriscono quelli con il maggior numero di utenti che transitano sulle proprie pagine. Il successo discografico di un cantante, in egual misura viene in gran parte determinato dalla sua popolarità online e lo stesso vale per chiunque altro. Questo concetto, dunque, si applica ai più svariati utilizzi e “scoprire” chi si avvale di questo trucchetto sta diventando sempre più difficile. Nel frattempo, i furbetti ingrassano dato che per accedere a questi servizi è sufficiente una semplice ricerca sul web.
Nel 2017 è stata scoperta in Thailandia una delle prime click farm di considerevoli dimensioni che utilizzava circa 350mila sim-card, con altrettanti telefoni. Le cifre richieste chiaramente variano in base al numero di contatti, visualizzazioni e interazioni di cui si ha bisogno, anche se il prezzo varia in base alla qualità di quest’ultime. Fino a non molto tempo fa, l’utente medio se ne guardava bene visto che per i social network era abbastanza semplice individuare i profili che ne facevano uso. Gli algoritmi “sentinelle”, infatti, erano programmati come degli anticorpi per debellare quei bot che le generavano andando a scandagliare quei profili che in qualche modo registravano crescite insolitamente veloci e sospette. Infine, li penalizzavano oscurandoli a tutti gli altri utenti all’interno della piattaforma. Tuttavia, l’avvento delle AI ha giovato anche a questi truffatori che si sono evoluti dando vita a dei profili fake che seguono pattern (schemi) sempre più imprevedibili. Nel frattempo, gli smartphone appesi alla parete in carica perenne, hanno ceduto il posto alle “box farm”: scatole dove vengono inseriti telefoni privi di schermo e case di modo da occupare meno spazio e consumare meno energia. I telefoni utilizzati sono cloni di scarso valore oppure di seconda mano, ne consegue che aprire e gestire una click farm risulta sempre più vantaggioso. L’abbattimento dei costi sta facendo proliferare il fenomeno e, viceversa, in un mondo degli affari dove la popolarità in rete è determinante, la domanda di questo tipo di servizi continua a crescere.
Per gli onesti non è facile difendersi, non sono pochi gli influencer di successo che se ne avvalgono per gonfiare i propri numeri: il costo medio è di 25 dollari ogni mille like. Queste realtà, pur essendo realtà di dubbia liceità sono libere di agire incontrastate. Infatti, al momento non esiste ancora una legislazione internazionale in materia e dentro questa zona grigia ne sguazzano a migliaia. Comprare interazioni sui social non è illegale di per sé e come si è potuto appurare è profittevole se paragonato al valore intangibile che possono apportare. Bisogna però tenere a mente il costo sociale di questo mercato nero gestito perlopiù da organizzazioni criminali che, tra l’altro, non vedono l’ora di truffare i propri stimati “clienti”. Senza contare che le condizioni di “lavoro” all’interno delle farm sono disumane: generalmente si viene costretti a stare in spazi stretti e angusti almeno per 12 ore con una paga media di 1 dollaro ogni mille interazioni.
di Angelo Annese
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