In Cina non si gioca più
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La Cina ha dichiarato guerra ai videogame. I ragazzi non potranno giocare online per più di un’ora alla settimana. Lo ha deciso il Governo per tutelare la loro salute fisica e mentale.

In Cina non si gioca più
La Cina ha dichiarato guerra ai videogame. I ragazzi non potranno giocare online per più di un’ora alla settimana. Lo ha deciso il Governo per tutelare la loro salute fisica e mentale.
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In Cina non si gioca più
La Cina ha dichiarato guerra ai videogame. I ragazzi non potranno giocare online per più di un’ora alla settimana. Lo ha deciso il Governo per tutelare la loro salute fisica e mentale.
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AUTORE: Marta Melarato
La Cina ha deciso di applicare delle misure restrittive sui videogiochi: il Governo cinese ha stabilito che dall’estate scorsa non è più consentita la pubblicazione di nuovi videogiochi nel Paese. Non basta: da settembre gli under 18 avevano avuto la possibilità di giocare ai videogame solo 3 ore a settimana.
Nel 2022, appena cominciato, la Cina è riuscita persino a fare peggio. Le nuove regole, infatti, impongono che tutti i minorenni non possano giocare durante i giorni di scuola, ma solo durante il fine settimana e per una sola ora.
Queste misure, secondo Pechino, sono necessarie a tutelare la salute fisica e mentale dei minori.
Una decisione che tuttavia non porta solo più malessere ai giovani, che non riescono a trovare uno sfogo, ma ha ovviamente portato conseguenze drastiche anche al settore dei videogiochi in Cina.
Dopo questo annuncio, circa 14mila studi e case di produzione di videogiochi cinesi sono state costrette a chiudere e alcune di loro stanno cercando di spostare il loro business all’estero, rendendo sempre più difficile investire sui nuovi progetti.
Ovviamente non sono solo colpite quelle aziende che producono videogiochi, ma anche quelle che collaborano con queste Società come ByteDance, Tanwan Games e Baidu sono state costrette a licenziare gran parte del personale.
Anche la nota azienda Epic Games aveva deciso di ritirare il videogioco Fortnite in Cina proprio perché erano sorte delle problematiche con il governo cinese, nonostante fosse stata fatta una versione specificatamente per soddisfare le leggi locali.
È vero che i videogiochi comportano seri problemi alla salute, come emicrania, eccessiva stanchezza e sensazione di affaticamento, ma cercare di contenere il divertimento tramite la censura non è la miglior soluzione. La storia ce lo ha dimostrato molte volte.
Non a caso la diffusione di queste nuove leggi sta causando l’effetto contrario ai giovani che hanno già applicato delle strategie per continuare a giocare. Secondo SupChina, una nota piattaforma di notizie cinese, i ragazzini cinesi appena terminano la propria ora, accedono sugli account degli adulti con contenuti non sempre adeguati alla loro età.
di Marta Melarato
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