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Rivoluzione fotovoltaico: il pannello trasparente che permette di coltivare

Via libera al Decreto Energia con importanti novità per il fotovoltaico, non solo sul piano burocratico. La tecnologia dell’agrofotovoltaico sarà una delle possibili soluzioni che contribuirà al mix energetico. 
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Rivoluzione fotovoltaico: il pannello trasparente che permette di coltivare

Via libera al Decreto Energia con importanti novità per il fotovoltaico, non solo sul piano burocratico. La tecnologia dell’agrofotovoltaico sarà una delle possibili soluzioni che contribuirà al mix energetico. 
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Rivoluzione fotovoltaico: il pannello trasparente che permette di coltivare

Via libera al Decreto Energia con importanti novità per il fotovoltaico, non solo sul piano burocratico. La tecnologia dell’agrofotovoltaico sarà una delle possibili soluzioni che contribuirà al mix energetico. 
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Via libera al Decreto Energia con importanti novità per il fotovoltaico, non solo sul piano burocratico. La tecnologia dell’agrofotovoltaico sarà una delle possibili soluzioni che contribuirà al mix energetico. 
Fotovoltaico si cambia. Alla Camera è arrivato l’ok definitivo al Decreto Energia che – oltre a regolare le soglie di temperatura dei condizionatori –  ha semplificato l’installazione dei pannelli solari sugli edifici facendoli rientrare nell’edilizia libera. La loro installazione non sarà quindi più subordinata all’acquisizione di permessi o atti amministrativi. Per far fronte al caro prezzi delle materie prime e alle interruzioni del gas naturale dovuti al conflitto si sta forzando la spinta verso la transizione energetica sostenibile, con un fondo ad hoc da 8,7 miliardi fino al 2030.  Dell’ormai noto mix energetico fa parte anche l’eolico e proprio l’Italia vanta un primato in tal senso: a Taranto è stato inaugurato il primo parco eolico offshore, “Beleolico”, che sorge in mezzo al mare. Ci sono voluti 14 anni di attesa e innumerevoli ostacoli giudiziari, ma finalmente potrà fornire energia a sufficienza per il fabbisogno di 60 mila persone e beneficiare nei primi 25 anni di funzionamento del parco di 730 mila tonnellate di anidride carbonica in meno. Installare le pale eoliche nel mare significa non consumare suolo, critica mossa al fotovoltaico soprattutto in campo agroalimentare. Oggi però le ultime scoperte, permettono di aggirare il problema. Un‘azienda olandese è stata la prima a credere nell’agrofotovoltaico. Nel 2016 in Germania la società BayWa ha installato 10.250 pannelli solari sopra 3,2 ettari di colture di lamponi ad un’altezza di circa 5 metri da suolo, generando una capacità elettrica quanto basta per soddisfare i consumi elettrici di 1.250 famiglie. Ma non solo, Stephan Schindele, Product Manager AgriPV della BayWa ha dimostrato attraverso un attento monitoraggio che l’impianto fungerebbe anche da protezione per i raccolti contro le intemperie, beneficiando inoltre di un effetto serra migliore di quanto non possano donare i classici archi in plastica;  in un solo anno la società ha constatato rese del 3%-12% in più. I pannelli fotovoltaici utilizzati nei campi sono “trasparenti” e lasciano filtrare i raggi solari nelle piantagioni sottostanti.  Un’innovazione di fondamentale importanza per un Paese come l’Italia, con un’alta densità di popolazione, e appezzamenti di terreni dedicati all’agricoltura a cui era impensabile strappare metri quadrati da dedicare ai pannelli solari. Grazie alla nuova tecnologia dell’agrofotovoltaico le due realtà possono coesistere e aiutarsi a vicenda. Per l’altro problema legato alla notte e all’assenza di luce, l’evoluzione tecnologica dei pannelli fotovoltaici ha trovato la soluzione con le “Celle anti solari”, una nuova tecnologia che si serve di un’integrazione ai pannelli con un modulo termoelettrico, così da generare tensione – quindi corrente – dal gradiente di temperatura creato tra cella ed aria. Di notte, infatti, anche le celle fotovoltaiche irradiano energia termica al cielo, raggiungendo temperature più basse di alcuni gradi dell’aria circostante. L’Italia ha  una quota del 2,4% sull’import mondiale, collocandosi all’undicesima posizione come nazione importatrice a livello globale. Il problema dell’innalzamento dei prezzi delle materie prime importate dall’estero non può più essere rimandato. Non è solo il costo dell’energia a essere aumentato – insieme al prezzo dei beni di prima necessità – ma anche quello di grano e zafferano per esempio. In particolare sono tre le principali motivazioni che hanno fatto schizzare i prezzi alle stelle:
  • Durante il periodo pandemico le aziende si erano fermate per parecchi mesi, una “pausa” che ha provocato uno squilibrio tra domanda e offerta. Una volta riaperte le società è stato impossibile per loro soddisfare le esigenze mondiali, pur lavorando a pieno regime.
  • Determinante è stato il conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina. Paesi importantissimi per il nostro approvvigionamento di gas naturale, metalli di base preziosi, combustibili nucleari, prodotti chimici e derivanti dalla raffinazione del petrolio, fertilizzanti e ultimo ma non per importanza, materie plastiche e gomma sintetiche.
  • Più recentemente vediamo protagonista il lockdown a Shanghai. La chiusura forzata del paese che ha provocato il fermo di oltre 500 navi con a bordo materie prime di essenziale importanza.
Di Marco Mauri

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