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Studenti e Intelligenza Artificiale, delegare al posto di copiare

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Il rapporto tra studenti e Intelligenza Artificiale: secondo una recente ricerca il 65% degli studenti con età dai 16 ai 18 anni utilizza questa nuova tecnologia per fare i compiti

Studenti e Intelligenza Artificiale, delegare al posto di copiare

Il rapporto tra studenti e Intelligenza Artificiale: secondo una recente ricerca il 65% degli studenti con età dai 16 ai 18 anni utilizza questa nuova tecnologia per fare i compiti

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Studenti e Intelligenza Artificiale, delegare al posto di copiare

Il rapporto tra studenti e Intelligenza Artificiale: secondo una recente ricerca il 65% degli studenti con età dai 16 ai 18 anni utilizza questa nuova tecnologia per fare i compiti

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Secondo una recente ricerca riguardante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA), nelle scuole italiane il 65% degli studenti con età dai 16 ai 18 anni utilizza questa nuova tecnologia soprattutto per fare i compiti. Ci conforterebbe sapere che il restante 35% si applica su libri e quaderni in maniera tradizionale. Quanto alla maggioranza dei loro compagni, è probabile che si limitino invece a copiare in modo ‘moderno’ quanto suggerito loro dall’IA. I risultati, emersi da uno studio condotto da Tgm Research per conto di NoPlagio – piattaforma italiana di prevenzione del plagio – evidenziano infatti una situazione che rischia di sfuggire di mano.

Fa poi molto riflettere un altro dato: il 54% degli studenti non si fida pienamente dei contenuti prodotti dalla ‘celebre’ ChatGpt, eppure se ne serve.

Non vogliamo essere moralisti perché la maggior parte di noi, se vivesse oggi gli anni della scuola, si comporterebbe allo stesso modo. Se non utilizzata in maniera corretta, l’IA può avere però dei risvolti negativi in ambito didattico. L’apprendimento (quello vero) non si misura con i 10 in pagella ma con l’acquisizione di conoscenze e competenze reali. «Non intendiamo demonizzare l’uso dell’IA ma promuoverne l’utilizzo consapevole per contrastare l’ignoranza che potrebbe colpire i nostri ragazzi» afferma preoccupato Chorst Klaus, uno dei fondatori di NoPlagio.

Non vorremmo infatti che la generazione dell’IA diventi quella dell’IO (“Ih Oh”, il ragliare degli asini).

di Filippo Messina

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