Michael Jackson, Maria Callas, Bruce Lee, Oliver Reed e tanti altri rinascono per incantarci grazie a Giovanni Battista Della Porta, scienziato poliedrico che che descrive nel suo “Magia Naturalis” (1584) la scoperta dell’effetto ottico dell’ologramma, diventato un trucco teatrale per far apparire dei fantasmi sul palcoscenico, poi adottato dallo scienziato e inventore inglese John Henry Pepper (1821-1900). Per questo gli addetti ai lavori chiamano “Pepper’s Ghost” l’ologramma attuatore dell’odierna digital resurrection. L’artista risuscitato sul palco è creato con computer grafica avanzata (Cgi 3D),
con tanta intelligenza artificiale, con telecamere Hd (registrano in sincrono da più angolazioni) e con cattura dei movimenti da umani
in carne e ossa (motion capture). Oppure è un sosia truccato e perfezionato al computer. O ancora è una persona reale moltiplicata (“ologrammata”) su più palcoscenici, lontani dal luogo reale di esibizione (“telepresenza”). Le aziende capaci di offrire la resurrezione digitale o la presenza
multilocalizzata sono pochissime e fra queste primeggia l’italiana Studio Tangram-Musion (da anni anche a Londra, Usa e Cina) che, per esempio,
ha consentito al candidato alla premiership Narendra Modi di fare comizi col proprio ologramma, duplicato in contemporanea su 100 palchi sparsi per il subcontinente indiano (2014).