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Usa intelligenza artificiale

L’Ue punti su impresa e accademia

Per recuperare il divario con gli Usa negli investimenti riguardanti l’intelligenza artificiale, l’Ue deve puntare su imprese e accademia

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L’Ue punti su impresa e accademia

Per recuperare il divario con gli Usa negli investimenti riguardanti l’intelligenza artificiale, l’Ue deve puntare su imprese e accademia

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L’Ue punti su impresa e accademia

Per recuperare il divario con gli Usa negli investimenti riguardanti l’intelligenza artificiale, l’Ue deve puntare su imprese e accademia

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Per recuperare il divario con gli Usa negli investimenti riguardanti l’intelligenza artificiale, l’Ue deve puntare su imprese e accademia

Gli investimenti degli Usa nell’intelligenza artificiale eclissano quelli di Cina ed eurozona: sono stati pari a 320 miliardi di dollari nell’ultimo decennio, contro i 100 miliardi della Cina e i 20 miliardi di dollari dell’eurozona. La fonte è il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, nella riunione del Fondo monetario internazionale del 23 ottobre scorso. Arduo per i Paesi europei colmare un simile gap nei prossimi anni.

Ogni giorno veniamo bombardati da notizie provenienti dagli Stati Uniti, in cui vengono diffusi i tool di intelligenza artificiale per uso professionale delle imprese che ormai hanno un costo di poche migliaia di dollari. Il tasso di adozione dell’intelligenza artificiale generativa è oggi molto rapido, data l’elevata digitalizzazione di partenza della popolazione mondiale e complici anche i software di pc che propongono l’utilizzo dell’IA non appena si apre un nuovo file. Se vogliamo paragonare il tasso odierno di adozione dell’intelligenza artificiale con quello di Internet agli albori della Rete, la differenza è abissale. Siamo già al doppio della velocità di diffusione in una fase simile.

Va inoltre detto che l’attuale misura in cui viene effettivamente utilizzata la Rete è ben oltre le aspettative al momento delle offerte pubbliche iniziali di Amazon e Google rispettivamente nel 1997 e nel 2004. Jensen Huang, ceo di Nvidia, ha affermato che la potenza di calcolo che guida i progressi nell’intelligenza artificiale quadruplicherà ogni anno. Ciò rappresenterebbe un aumento di oltre un milione di volte nel prossimo decennio. Le Borse hanno effettivamente reagito molto positivamente a ogni novità in tema di intelligenza artificiale, sebbene a oggi nessuno abbia ancora veramente capito come fare tanti soldi con questa innovativa tecnologia, che sarà ben più dirompente della stessa Internet.

Grazie agli investimenti nettamente superiori di cui si scriveva, gli Stati Uniti godono di un importante vantaggio, soprattutto se la diffusione dell’intelligenza artificiale si tradurrà in una maggiore crescita della produttività. Il passaggio dagli attuali chip Cpu (ampiamente utilizzati nei computer, nelle auto e nell’archiviazione cloud) a quelli Gpu (usati per l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico) sarà uno dei cambiamenti potenzialmente dirompenti. Di fronte allo strapotere economico e finanziario di investimenti nell’intelligenza artificiale da parte degli Stati Uniti, cosa può fare un piccolo Paese come l’Italia per distinguersi? Certamente porsi come motore in ambito europeo, perché da soli non abbiamo dimensioni né possibilità. Gli imprenditori italiani, soprattutto nei periodi di cambiamento, si sono sempre dimostrati grandi innovatori, capaci di competere con scarse risorse e di produrre soluzioni innovative nel mondo. Siamo inoltre uno dei pochi Paesi che possono creare un vero ponte fra imprese e accademia in tema di utilizzo dei modelli di intelligenza artificiale (impensabile in altri che non hanno una formazione di base forte come la nostra).

Dobbiamo essere i primi a capire come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, al di là dei proclami, possano veramente cambiare il nostro business e il nostro mondo. Ancora nessuno sa veramente come l’IA creerà valore e ricchezza (come del resto già accadde all’inizio dell’epoca Internet): gli italiani, popolo di grandi innovatori e imprenditori, hanno sicuramente tutte le caratteristiche per eccellere e per trovare soluzioni innovative che cambieranno il nostro mondo.

di Christian Dominici

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