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AAA normalità cercasi: vacanze mai così inutili!

Ansia e stress da rientro mai così diffusi come in questa fine estate 2021. Chi sperava che la pandemia sarebbe stata un ricordo lontano si è dovuto ricredere. Saltano i buoni propositi di settembre come la palestra o la dieta. Tanto ci penserà lo smart working a farci ingrassare…
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AAA normalità cercasi: vacanze mai così inutili!

Ansia e stress da rientro mai così diffusi come in questa fine estate 2021. Chi sperava che la pandemia sarebbe stata un ricordo lontano si è dovuto ricredere. Saltano i buoni propositi di settembre come la palestra o la dieta. Tanto ci penserà lo smart working a farci ingrassare…
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AAA normalità cercasi: vacanze mai così inutili!

Ansia e stress da rientro mai così diffusi come in questa fine estate 2021. Chi sperava che la pandemia sarebbe stata un ricordo lontano si è dovuto ricredere. Saltano i buoni propositi di settembre come la palestra o la dieta. Tanto ci penserà lo smart working a farci ingrassare…
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Ansia e stress da rientro mai così diffusi come in questa fine estate 2021. Chi sperava che la pandemia sarebbe stata un ricordo lontano si è dovuto ricredere. Saltano i buoni propositi di settembre come la palestra o la dieta. Tanto ci penserà lo smart working a farci ingrassare…
Milioni di italiani in questi giorni stanno rientrando dalle vacanze. Per molti di loro il ritorno alla vita quotidiana sta generando un senso di ansia e forte tensione: una condizione normale, anche in seguito alle numerose incertezze sulla ripartenza in vista dell’autunno. Il susseguirsi di responsabilità e scadenze da rispettare, lo stress di una vita frenetica che porta a dividersi tra gli impegni lavorativi e quelli personali si sostituiscono ai ritmi decisamente più calmi e alle attività gratificanti dei periodi di riposo. Da qui nasce un senso di scontento che si tramuta in “sindrome da fine vacanza”. Prima che la pandemia facesse capolino nelle nostre vite, settembre è sempre stato il mese del cambiamento: la dieta, l’iscrizione in palestra, il corso di cucina subito dopo il lavoro. Buoni propositi che magari poi nemmeno venivano portati a termine ma che comunque rappresentavano un inizio, un diversivo. Mai come adesso, invece, tutto appare uguale, giornate tutte identiche senza reali prospettive tanta è l’incertezza che ci circonda. Chi sperava di rientrare finalmente al lavoro – chi l’avrebbe detto un giorno di arrivare a dire una cosa del genere? – si è visto prolungare lo smart working, un’arma che in molti casi si è dimostrata a doppio taglio. Dalle incertezze per l’avvio della scuola all’uso obbligatorio del Green Pass, fino ad arrivare agli ingressi contingentati nelle palestre e per le varie manifestazioni sportive e culturali, la confusione regna sovrana e, di conseguenza, le preoccupazioni degli italiani non possono non arrestarsi.

Attualmente il pensiero degli italiani è accomunato da una preoccupazione costante e talvolta invalidante: sarà possibile una parvenza di ritorno alla normalità a partire da quest’autunno?

Questa condizione di stress post vacanziero ha un nome che ormai abbiamo imparato a conoscere: post-vacation blues o sindrome da rientro, una condizione di malessere psicologico e fisico che si sperimenta con la fine delle vacanze e il ritorno nel contesto quotidiano. Non si tratta di una malattia che perdura nel tempo, quanto piuttosto di una condizione che il nostro cervello avverte come spiacevole e pericolosa. Sempre secondo gli esperti, i motivi per cui la maggior parte delle persone avvertono questo malessere dipendono da diversi fattori. Innanzitutto è possibile che non si è mai capaci di staccare del tutto la testa dai problemi quotidiani e quindi non ci si rilassa completamente. In secondo luogo, si tende ad appagare i propri bisogni solamente durante il periodo delle ferie, arrivando a trascurarsi durante le giornate di routine. Il quadro è amplificato dallo stato di ansia nel soddisfare a pieno le aspettative dei datori di lavoro, che appaiono sempre più grandi, a causa della convinzione che i propri dipendenti siano ritornati al massimo della forma fisica. Tra i sintomi che questa tipologia di sindrome genera vi sono: stress, ansia, disturbi del sonno, sbalzi d’umore e tensione muscolare e, secondo i dati Istat, colpiscono circa il 35% della popolazione, con maggiore incidenza tra i 25 e i 45 anni.

Riconoscere il malessere derivante da tale sindrome è il primo passo per riflettere sul proprio stato personale e facilitarne il rientro.

Ritagliarsi degli spazi per sé nel corso dell’anno, non solo durante i periodi di pausa, permetterebbe di entrare in uno stato di benessere che eviterebbe le spiacevoli conseguenze psicologiche del ritorno alla quotidianità. E se proprio i sintomi di disagio dovessero persistere o apparire insormontabili non ci sarebbe nulla di male nel rivolgersi al parere di un esperto.   Di Alessia Luceri

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