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A Napoli ragazzini come boss

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A Napoli le “paranze” dei ragazzini, quelle dei giovanissimi che si comportano come boss, le vedi arrivare ogni sabato sera, in pieno centro

Napoli ragazzi

A Napoli ragazzini come boss

A Napoli le “paranze” dei ragazzini, quelle dei giovanissimi che si comportano come boss, le vedi arrivare ogni sabato sera, in pieno centro

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A Napoli ragazzini come boss

A Napoli le “paranze” dei ragazzini, quelle dei giovanissimi che si comportano come boss, le vedi arrivare ogni sabato sera, in pieno centro

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L’ennesimo giovanissimo ucciso in provincia di Napoli. L’ennesima notte in cui si muore, per le strade, senza avere compiuto neanche vent’anni. Come pochi giorni fa. Un copione che si ripete e che racconta qualcosa che chi vive a Napoli conosce perfettamente. Le “paranze” dei ragazzini, quelle dei giovanissimi che si comportano come boss, le vedi arrivare ogni sabato sera, in pieno centro. In sella ai motorini, naturalmente senza casco. Come un commando, mimano il gesto della pistola, e spesso la pistola ce l’hanno davvero. Si dividono le piazze della movida. Va tutto bene finché ognuno sta nel suo spazio. Se si sconfina, se si invade il“territorio” di un altro quartiere, allora succede l’irreparabile.

Sono uno spettacolo impressionante, questi poco più che bambini, che sembrano aver fatto propri gli atteggiamenti tipici della camorra, quella dei grandi. Ragazzini che poi, dalla camorra vengono assoldati davvero. Proprio perché così piccoli da non essere imputabili. Eppure per gli altri, i loro coetanei, non c’è molto da stupirsi. Ti sanno raccontare per filo e per segno come “qui ci sono quelli dei Quartieri Spagnoli, qui quelli del Rione Sanità, questa è la zona neutra”. E ti avvertono anche che quando passi di lì, che poi siamo in pieno centro, è meglio che non guardi troppo insistentemente nessuno. Che ti fai i fatti tuoi, insomma, se non vuoi avere problemi. Perché da una certa ora, quello è il regno delle “paranze”. Di questi giovanissimi già perduti, che sparano come se sparare fosse un gioco

di Annalisa Grandi

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