Addio al vignettista Giorgio Forattini
È morto a Milano, all’età di 94 anni, Giorgio Forattini, il vignettista e giornalista che ha rivoluzionato la satira politica in Italia.
Addio al vignettista Giorgio Forattini
È morto a Milano, all’età di 94 anni, Giorgio Forattini, il vignettista e giornalista che ha rivoluzionato la satira politica in Italia.
Addio al vignettista Giorgio Forattini
È morto a Milano, all’età di 94 anni, Giorgio Forattini, il vignettista e giornalista che ha rivoluzionato la satira politica in Italia.
È morto a Milano, all’età di 94 anni, Giorgio Forattini, il vignettista e giornalista che ha rivoluzionato la satira politica in Italia. Le sue vignette, prime ad apparire quotidianamente in prima pagina sui giornali, gli valsero l’appellativo di “re della satira”.
Dal 1973, per quasi mezzo secolo, le sue pungenti caricature hanno raccontato vizi e virtù della politica italiana sulle pagine di testate come Paese Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, QN, L’Espresso e Panorama. La notizia della sua scomparsa è stata diffusa proprio da Il Giornale, uno degli ultimi quotidiani con cui aveva collaborato.
Nato a Roma nel 1931, Forattini ebbe una vita professionale eclettica prima di approdare al giornalismo: operaio, rappresentante, pubblicitario e illustratore, nel 1971 entrò come impaginatore a Paese Sera, dove debuttò come disegnatore satirico. Le prime vignette a colori apparvero su Panorama nel 1973, ma la notorietà arrivò l’anno successivo con l’immagine di una bottiglia di champagne il cui tappo, con le sembianze di Amintore Fanfani, volava via dopo la vittoria dei “no” al referendum sul divorzio.
Nel 1975 partecipò alla fondazione di La Repubblica, dove firmò per anni la vignetta quotidiana in prima pagina e creò l’inserto “Satyricon”, primo spazio interamente dedicato alla satira italiana. Collaborò poi con La Stampa, L’Espresso e Panorama, alternando il lavoro giornalistico alla pubblicità (fu lui a curare il lancio della Fiat Uno).
Il suo stile diretto e corrosivo suscitò spesso polemiche e anche numerose querele, soprattutto da parte di esponenti della sinistra. Celebre lo scontro con Massimo D’Alema, raffigurato in una vignetta del 1999 mentre cancellava con il bianchetto i nomi del dossier Mitrokhin: una satira che portò a una causa da tre miliardi di lire e al suo addio a La Repubblica. In segno di protesta, per mesi Forattini disegnò D’Alema senza volto.
Le sue caricature hanno immortalato generazioni di politici: da Craxi a Berlinguer, da Fanfani a Prodi, da Bossi a Berlusconi. Nessuno venne risparmiato dal suo tratto ironico e dissacrante. Memorabili restano le immagini di Craxi in camicia nera, di Spadolini coperto da una foglia di edera, o la Sicilia a forma di coccodrillo che piange dopo la morte di Falcone.
In carriera ha realizzato oltre diecimila vignette, pubblicate in 55 libri da Mondadori con oltre tre milioni di copie vendute. Tra i suoi ultimi lavori: Il Forattone. 1973-2015 (2015), Arièccoci. La storia si ripete (2016) e Abbecedario della politica (2017).
Pluripremiato, ha ricevuto tra gli altri il Premiolino, il Premio di satira di Forte dei Marmi, il Premio Hemingway, l’Ambrogino d’Oro del Comune di Milano e numerosi riconoscimenti alla carriera.
Forattini lascia un’eredità enorme: quella di un autore che ha saputo trasformare la vignetta in un linguaggio giornalistico a tutti gli effetti, capace di raccontare la politica con ironia, intelligenza e una libertà che ha fatto scuola.
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