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Al via il processo a Filippo Turetta: “Non sarà un processo al femminicidio”

Per il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi: “Non è un processo al femminicidio ma alle responsabilità personali”. La nonna ricorda Giulia Cecchettin, papà Gino: “Non voglio vendetta”

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Al via il processo a Filippo Turetta: “Non sarà un processo al femminicidio”

Per il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi: “Non è un processo al femminicidio ma alle responsabilità personali”. La nonna ricorda Giulia Cecchettin, papà Gino: “Non voglio vendetta”

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Al via il processo a Filippo Turetta: “Non sarà un processo al femminicidio”

Per il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi: “Non è un processo al femminicidio ma alle responsabilità personali”. La nonna ricorda Giulia Cecchettin, papà Gino: “Non voglio vendetta”

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Per il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi: “Non è un processo al femminicidio ma alle responsabilità personali”. La nonna ricorda Giulia Cecchettin, papà Gino: “Non voglio vendetta”

“Giulia sta già salvando altre ragazze come lei”, ha dichiarato il padre Gino Cecchettin. Sono tante le lettere che continuano ad arrivare nella casa della famiglia della giovane – uccisa con 75 coltellate dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta -, che raccontano come la storia di Giulia sia riuscita a cambiare anche le loro vite. “Fare rumore”, era questo l’appello lanciato dalla sorella Elena che ha smosso le coscienze, creando manifestazioni in tutta Italia contro la violenza sulle donne e in ricordo di tutte le vittime di femminicidio.

È un processo non al femminicidio, ma solo a Filippo Turetta- ha dichiarato il procuratore di Venezia Bruno Cherchi – non è uno studio sociologico, ma un accertamento delle responsabilità”. Si apre così a Venezia in corte d’Assise il processo a carico del reo confesso, assente oggi in aula, dell’omicidio, avvenuto l’11 novembre scorso a Fossà (Venezia).

Oltre alle parti civili rappresentate dai familiari di Giulia Cecchettin – il padre Gino, lo zio, la nonna, i due fratelli Elena e Davide – hanno chiesto di costituirsi anche quattro associazioni di donne che contrastano la violenza di genere (“Differenza donna”, “Punto Ups”, “Prevenzione ‘Marianna” e “I care you care”) e l’associazione Penelope che aveva aiutato la famiglia di Giulia nei giorni della sua scomparsa.

Oggi è stata la nonna della giovane 22enne a ricordarla: “Era sempre gioiosa, ricordatela così”, mentre papà Gino dichiara di non volere nessun tipo di vendetta: “Sono sicuro che i giudici decideranno al meglio. Ho piena fiducia nelle istituzioni, la pena che decideranno i giudici sarà quella giusta. Essere qui – ha aggiunto – rinnova il mio dolore. Oggi non sto sicuramente bene e non c’è giorno che non pensi alla mia Giulia. Oggi esserci è atto dovuto e di rispetto nei confronti della corte, poi deciderò di volta in volta. Mi auguro che sia un processo giusto”. Sull’assenza di Turetta in aula, conclude: “È una sua scelta esserci o non esserci in aula, non sta a me giudicare. Io a Filippo Turetta non avrei nulla da dire”.

“Un milione di euro è quanto abbiamo stimato possa essere un rimborso che Filippo Turetta dovrà alla famiglia di Giulia”, ha detto l’avvocato di Elena Cecchettin, Nicodemo Gentile. Le prossime date per le udienze sono previste il 25 e il 28 ottobre, giorni in cui avverrà l’esame di Turetta, poi il 23 e il 25 novembre ci sarà la discussione e infine il 3 dicembre sarà la data per le repliche e per la sentenza definitiva. Se sarà provata la premeditazione, Turetta rischia l’ergastolo.

Di Claudia Burgio

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