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Ancora troppi bimbi annegano ogni estate

Ogni estate troppi bambini muoiono annegati. Tragedie di cui nessuno ha colpa ma resta importante attuare certi comportamenti per evitare situazioni a rischio
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Ancora troppi bimbi annegano ogni estate

Ogni estate troppi bambini muoiono annegati. Tragedie di cui nessuno ha colpa ma resta importante attuare certi comportamenti per evitare situazioni a rischio
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Ancora troppi bimbi annegano ogni estate

Ogni estate troppi bambini muoiono annegati. Tragedie di cui nessuno ha colpa ma resta importante attuare certi comportamenti per evitare situazioni a rischio
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Ogni estate troppi bambini muoiono annegati. Tragedie di cui nessuno ha colpa ma resta importante attuare certi comportamenti per evitare situazioni a rischio
Accade ogni estate che qualche angelo muoia annegato nella piscina di casa, in quella comunale, al mare. Personalmente non ho iscritto mia figlia di 6 anni alla gita al parco acquatico dell’oratorio perché non mi fidavo, salvo poi pentirmene. Succede quando l’ansia ha il sopravvento e si traduce alla fine in non-vita. Si chiama evitamento. Così mia figlia si è persa una bellissima esperienza che tanti altri bambini della sua età, presenti alla gita, hanno invece fatto.  Quando un bimbo annega la causa non è mai una sola ma è il frutto di una serie di disattenzioni, coincidenze e tanta sfortuna. E’ il caso del piccolo Francesco Pioppi, il bimbo di 2 anni annegato l’altro giorno a Novi in provincia di Modena. Tempo fa mi è capitato di vedere un video su internet girato in un parco acquatico cinese che mostra l’annegamento di un bambino che si trova a pochi metri di distanza da una donna che sta facendo il bagno. Lei è di spalle, l’acqua le arriva alla vita e si trova a non più di 4-5 metri dal piccolo. Quindi si vede il bimbo annaspare, muovere le braccia fino a quando scompare sotto l’acqua azzurra della piscina. Lei non si accorge di nulla ed esce come se nulla fosse. “Com’è possibile”, viene da chiedersi? Poi la spiegazione: i bambini piccoli quando annegano, spesso, lo fanno in silenzio. Non chiedono aiuto come farebbe un adulto. Si dimenano sì ma l’eventuale rumore dell’acqua viene attutito dal vociare e dalla musica alta presente in questi parchi di divertimento. Così si spiegano le tante tragedie.   Nella casa del piccolo Francesco non c’era sicuramente la musica alta ma anche lì si sono susseguite una serie di coincidenze sfortunate come le ha raccontate ora  il papà, strutto da un dolore che toglie il respiro: il bimbo che viene messo a letto dalla mamma e che lo pensa addormentato, lui che poi si rialza e raggiunge il papà perchè vuole un po’ di latte, il citofono che suona. E’ in quei secondi che si scrive il destino del piccolo. L’uomo che grida alla moglie che sta uscendo fuori col giardiniere arrivato per essere saldato, lei che non sente perché già addormentata. Il piccolo che sgattaiola fuori di casa fino alla piscina montata solo qualche giorno prima per il compleanno della sorella maggiore.  Se l’annegamento del piccolo Francesco è una delle ricerche più digitate su Google in questi ultimi giorni è perché questa tragedia colpisce tutti noi nel profondo. Oltre al dolore, sappiamo che una cosa del genere potrebbe capitare a chiunque. Chi non ha avuto un attimo di distrazione, un’incomprensione? Chi almeno una volta non è caduto in un sonno profondo mentre il bambino era ancora sveglio?  Ciò che possiamo fare noi è provare a creare le condizioni migliori possibili per evitare che tragedie simili si ripetano. Chiunque, per esempio, abbia dei bimbi piccoli e una piscina in giardino dovrebbe evitare di lasciare dei giochi galleggianti che possano attirare la loro attenzione, così come dovrebbe coprire la vasca con un telo di sicurezza ogni qualvolta non è in uso. Fermo restando che nulla possiamo davanti a certe fatalità.

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