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Arrestato il governatore della Liguria Giovanni Toti. È ai domiciliari

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L’ordinanza disposta dal Gip di Genova arriva dopo l’inchiesta della Procura sulle elezioni regionali liguri del 2020: l’accusa è di corruzione

Arrestato il governatore della Liguria Giovanni Toti. È ai domiciliari

L’ordinanza disposta dal Gip di Genova arriva dopo l’inchiesta della Procura sulle elezioni regionali liguri del 2020: l’accusa è di corruzione

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Arrestato il governatore della Liguria Giovanni Toti. È ai domiciliari

L’ordinanza disposta dal Gip di Genova arriva dopo l’inchiesta della Procura sulle elezioni regionali liguri del 2020: l’accusa è di corruzione

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Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari. L’ordinanza disposta dal Gip di Genova è arrivata a seguito dell’inchiesta della Procura, guidata da Nicola Piacente, sulle elezioni regionali liguri del 2020. Per il governatore l’accusa è di “corruzione”.

Altre 9 persone sono state raggiunte da misure cautelari, fra cui Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e il direttore generale di Iren Paolo Emilio Signorini, per quest’ultimo è scattata la custodia cautelare in carcere. Ora sono in corso le perquisizioni disposte dalla Procura di Genova, oltre al sequestro di 570mila euro nei confronti di alcuni imprenditori.

Altre accuse di corruzione per Matteo Cozzani, capo di Gabinetto del governatore ligure Giovanni Toti, finito ai domiciliari per presunte gare truccate nell’ambito di un’indagine della Procura di La Spezia da cui è nata poi l’inchiesta di Genova che ha portato agli arresti domiciliari anche Toti. Le indagini condotte dalla Gdf hanno portato i pm a ipotizzare i reati di corruzione e di turbata libertà degli incanti. Ai domiciliari sono finiti Cozzani, che è anche ex sindaco di Portovenere, il fratello Filippo, imprenditore attivo nel settore della segnaletica stradale e della vendita di bevande all’ingrosso, e i fratelli Raffaele e Mirko Paletti, noti imprenditori milanesi, amministratori di società che operano anche nel Comune di Portovenere. 

In particolare, l’indagine riguarda fatti avvenuti nel periodo compreso tra il 2022 ed il 2024, quando l’ex sindaco, forte della sua carica a Portovenere e del suo ruolo in Regione Liguria, avrebbe agevolato in vario modo gli imprenditori coinvolti in cambio di favori quali gli affidamenti di lavori o forniture alle imprese della sua famiglia, rappresentate legalmente dal fratello Filippo Cozzani ma gestite, di fatto, anche da lui. Alcuni degli imprenditori coinvolti, in cambio dei suoi favori, avrebbero inoltre effettuato finanziamenti per il partito politico di cui Matteo Cozzani era esponente e offerto in numerose occasioni ospitalità alberghiera gratuita a lui e ad altre persone da lui indicate.


Di Claudia Burgio

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