Bimbi russificati
Bimbi russificati
Bimbi russificati
Cambiare il sistema di istruzione, raccontare ai bambini un’altra storia. Da Mariupol a Donetsk i russi stanno combattendo anche una guerra che riguarda la cultura. O meglio, l’istruzione dei più piccoli. Come hanno raccontato alcuni insegnanti ucraini, sono numerosi i casi in cui i soldati sono intervenuti nelle scuole per far sparire i libri di storia e Kiev ha denunciato pressioni e minacce per obbligare i docenti a modificare i programmi scolastici adattandoli a quelli filorussi. Perché agire sui più piccoli, “russificandoli”, è un altro degli obbiettivi non dichiarati di Putin. Un tentativo che in Crimea sarebbe in atto sin dalla sua annessione alla Russia nel 2014. Con l’Ucraina scomparsa dai libri di storia e adesso anche con il divieto di insegnare la lingua inglese, definita «inutile» dal presidente del Parlamento Konstantinov.
È chiaro che dai bimbi, considerati in qualche modo più “plasmabili”, passa una parte rilevante di quello che Mosca sta tentando di fare: non si tratta solo di vincere la guerra ma di eliminare qualsiasi racconto che sia diverso da quello voluto dal Cremlino. Anche su questa invasione. Soprattutto si tratta di garantirsi la fedeltà delle future generazioni. L’unico modo è usare la scuola per far imparare loro il russo, ma soprattutto assorbire principi e cultura di chi li sta invadendo. In modo che venga accantonata la verità, come il Cremlino cerca di fare da oltre cento giorni. Con la propaganda, negando le evidenze e adesso anche provando a far leva sui più piccoli.
Di Gaia Bottoni
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