Di fango ce n’è già in abbondanza, non c’è ragione di aggiungere quello incorporato nella scusa della burocrazia. Gli 8 miliardi non spesi, finalizzati alla messa in sicurezza di aree a rischio, sono una vergogna senza alcuna scusante burocratica. La burocrazia non esiste in natura. Le attribuzioni istituzionali servono a sapere chi è responsabile di fare cosa. Le involuzioni burocratiche servono a evitare che qualcuno abbia la responsabilità di fare o avere fatto qualche cosa.
La perversione burocratica è la copertura della fuga dalle responsabilità. I soldi ci sono, ma se non si spendono è per colpa – si dice – della burocrazia. Falso: è per colpa di chi l’ha distorta in modo tale da impedire le realizzazioni. Complice un sistema di malagiustizia che traduce in pena l’accertamento delle responsabilità e non è capace di punire chi ha violato la legge.
Sotto il fango dell’Emilia-Romagna c’è il fango dell’Italia tutta. Che così spreca disponibilità europee che poi frigna nel reclamare.
di Gaia Cenol
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