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Caso Garlasco, avanti un altro

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I media hanno fatto diventare il delitto di Garlasco un circo, un baraccone in cui domatori e fiere, equilibristi, contorsionisti, pagliacci e venditori di zucchero filato si affannano ogni giorno per catturare l’attenzione di un pubblico che sembra non stancarsi mai

Caso Garlasco, avanti un altro

I media hanno fatto diventare il delitto di Garlasco un circo, un baraccone in cui domatori e fiere, equilibristi, contorsionisti, pagliacci e venditori di zucchero filato si affannano ogni giorno per catturare l’attenzione di un pubblico che sembra non stancarsi mai

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Caso Garlasco, avanti un altro

I media hanno fatto diventare il delitto di Garlasco un circo, un baraccone in cui domatori e fiere, equilibristi, contorsionisti, pagliacci e venditori di zucchero filato si affannano ogni giorno per catturare l’attenzione di un pubblico che sembra non stancarsi mai

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Se non fosse per il fatto che una giovane donna è stata uccisa, che per quell’omicidio è in carcere un uomo che da 18 anni non smette di dirsi innocente e che da almeno sei mesi c’è un altro uomo già masticato e ancora non sputato dai media (seppure soltanto indagato) come possibile vero assassino, il caso Garlasco andrebbe trattato per quello che è. O meglio, per quello che quegli stessi media lo hanno fatto diventare: un circo, un baraccone in cui domatori e fiere, equilibristi, contorsionisti, pagliacci e venditori di zucchero filato si affannano ogni giorno per catturare l’attenzione di un pubblico che sembra non stancarsi mai. Neanche alla millesima replica dello show.

Garlasco, la notizia di una nuova pista investigativa

C’è poco da stupirsi, dunque, se la notizia di una nuova pista investigativa (l’ex procuratore della Repubblica di Pavia accusato di essersi fatto corrompere dai familiari di Andrea Sempio per scagionare in fretta il proprio congiunto) sia stata accolta con la consueta sovraeccitazione giornalistica. Il lettore-spettatore-utente questo vuole e noi questo gli diamo, si giustificano stampa e conduttori di talk show, in nome di un molto frainteso diritto del cittadino a essere informato.

L’inchiesta, in quanto tale, è soltanto un’ipotesi dell’accusa. Suggestive interpretazioni di frasi smozzicate appuntate al volo su bloc-notes

E così siamo costretti a vederci imporre i dettagli di un’inchiesta che, in quanto tale, è soltanto un’ipotesi dell’accusa. Suggestive interpretazioni di frasi smozzicate appuntate al volo su bloc-notes scrupolosamente conservati per almeno otto anni (era il 2017 quando Sempio uscì rapidamente dal primo procedimento penale che lo vedeva accusato dell’omicidio di Chiara Poggi), ricostruzioni accurate dei bonifici di parente in parente fino al conclusivo prelievo dei contanti da utilizzare per la presunta corruzione; intercettazioni (quelle non mancano mai) che a leggerle così, come accuratamente selezionate dagli inquirenti, indurrebbero chiunque a mettere l’ultimo chiodo sulla bara dell’indagato. Senza contare la conta meticolosa dei perquisiti, la radiografia dei carabinieri all’epoca in forze alla Procura di Pavia e oggi anche loro sospettati di aver in qualche modo preso parte al presunto magheggio. Oppure il balletto delle dichiarazioni delle parti in causa.

Si tratta solo di un ennesimo filone di indagine

E pensare che è soltanto un ennesimo filone di indagine. Anche questo – e qualcuno prima o poi dovrà spiegarne il motivo – condotto e illustrato in tempo reale sui media. Fino al prossimo indagato. Sono le regole dello show. Avanti un altro.

di Valentino Maimone

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