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L’orrore non giustifica la fine dello Stato e della Giustizia

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La vicenda di Castellammare di Stabia, dopo la notizia dell’arresto dell’insegnante, ci lascia ancor di più senza parole. Ma la giustizia fai da te non può e non deve esser un’opzione

Castellammare

L’orrore non giustifica la fine dello Stato e della Giustizia

La vicenda di Castellammare di Stabia, dopo la notizia dell’arresto dell’insegnante, ci lascia ancor di più senza parole. Ma la giustizia fai da te non può e non deve esser un’opzione

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L’orrore non giustifica la fine dello Stato e della Giustizia

La vicenda di Castellammare di Stabia, dopo la notizia dell’arresto dell’insegnante, ci lascia ancor di più senza parole. Ma la giustizia fai da te non può e non deve esser un’opzione

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Ricordo benissimo le pessime sensazioni provate quando si seppe della spedizione “punitiva“ di alcuni genitori in una scuola di Castellammare di Stabia, in Campania, contro un’insegnante di sostegno accusata di comportamenti inappropriati nei confronti dei propri alunni. Una spedizione culminata in una rissa, nella quale era finito anche il padre della professoressa accorso in suo aiuto.

Oggi abbiamo appreso con sconcerto la notizia dell’arresto dell’insegnante, al termine di un’inchiesta in cui sarebbero emerse prove talmente gravi a suo carico da aver spinto i i magistrati titolari dell’inchiesta a chiedere e ottenere la custodia cautelare in carcere, la misura più grave possibile.
Ciò che sarebbe risultato dall’analisi delle chat intercorse fra l’insegnante di sostegno e alcuni suoi alunni, dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti e dalle indagini svolte nella stessa struttura scolastica è francamente oltre l’umana comprensione. Produce in chi, come me, è genitore sentimenti di dolore e sconforto se possibile ancor più profondi.

Eppure, riguardo la necessità di saper evitare sempre e comunque la via della giustizia fai da te riscriveremmo esattamente ogni sillaba e parola del giorno in cui uscì la notizia.
La spedizione punitiva, il cercare di farsi giustizia in modo violento – pur comprendendo il dolore, lo schifo e la rabbia – restano il fallimento completo di un’intera società, non solo dello Stato di diritto. Le indagini sono state svolte, sono arrivate a conclusioni giudicate gravissime da chi avrà la responsabilità di portare l’accusa in tribunale.

Solo in quest’ultima sede e ai giudici spetterà emettere una sentenza. Pur con tutto l’orrore che si prova, non possiamo che ribadire la china devastante su cui si erano avviati i genitori di quei ragazzi. Non fidandosi dello Stato – non considerando neppure l’esistenza dello Stato, per tacere della presunzione di innocenza – in una storia che ci lascia attoniti e senza parole.

di Fulvio Giuliani

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