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Censurato il docufilm sulla Segre

Il docufilm “Liliana” del regista Ruggero Gabbai non verrà proiettato al cinema Orfeo di Milano, per timori legati alla sicurezza

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Censurato il docufilm sulla Segre

Il docufilm “Liliana” del regista Ruggero Gabbai non verrà proiettato al cinema Orfeo di Milano, per timori legati alla sicurezza

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Censurato il docufilm sulla Segre

Il docufilm “Liliana” del regista Ruggero Gabbai non verrà proiettato al cinema Orfeo di Milano, per timori legati alla sicurezza

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Il docufilm “Liliana” del regista Ruggero Gabbai non verrà proiettato al cinema Orfeo di Milano, per timori legati alla sicurezza

Il docufilm “Liliana” del regista Ruggero Gabbai, incentrato sulla storia della senatrice a vita Liliana Segre, è stato censurato a Milano per paura di disordini e ‘dissapori’. Il direttore del cinema Orfeo, situato in una zona semicentrale della città, ha infatti deciso di non proiettare il docufilm a causa di timori legati alla sicurezza. Nulla di personale contro gli ebrei («Non sono antisemita») – si è giustificato – ma una scelta legata anche agli ultimi episodi di violenza che si sono verificati ad Amsterdam, con le aggressioni squadriste ai tifosi del Maccabi Tel Aviv.

Il regista, con cui il cinema ha collaborato ripetutamente in passato, non ha nascosto la sua profonda amarezza per l’episodio: «È la prima volta che un cinema rifiuta un nostro evento per questioni razziali» ha commentato Gabbai, sottolineando l’estrema urgenza di non lasciarsi sopraffare dalla cultura dell’odio e della paura. Dopo anni di commemorazioni e di Giornate della Memoria dedicate alla Shoah preoccupa questo clima di intolleranza che neanche troppo timidamente si sta manifestando in maniera crescente nelle università, nelle piazze e ora anche nei cinema, richiamando alla mente tempi che sembravano ormai circoscritti a un tragico passato.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha lanciato un monito alla città affermando che «i tempi sono difficili, ma Liliana dovrà continuare a lottare per la nostra identità democratica». E noi con lei, che da sempre lancia messaggi universali di pace.

Di Claudia Burgio

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