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Chiara Ferragni, chiusa l’inchiesta per truffa aggravata per il pandoro e le uova di Pasqua. I pm: “Ingiusto profitto di oltre 2 milioni”

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Secondo l’accusa le società di Chiara Ferragni – con le campagne pubblicitarie di pandoro e uova di Pasqua – avrebbero realizzato un “ingiusto profitto”

Chiara Ferragni, chiusa l’inchiesta per truffa aggravata per il pandoro e le uova di Pasqua. I pm: “Ingiusto profitto di oltre 2 milioni”

Secondo l’accusa le società di Chiara Ferragni – con le campagne pubblicitarie di pandoro e uova di Pasqua – avrebbero realizzato un “ingiusto profitto”

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Chiara Ferragni, chiusa l’inchiesta per truffa aggravata per il pandoro e le uova di Pasqua. I pm: “Ingiusto profitto di oltre 2 milioni”

Secondo l’accusa le società di Chiara Ferragni – con le campagne pubblicitarie di pandoro e uova di Pasqua – avrebbero realizzato un “ingiusto profitto”

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini per truffa aggravata nei confronti di Chiara Ferragni e di altre tre persone (l’ex stretto collaboratore di Ferragni Fabio Damato, la titolare dell’azienda piemontese produttrice del Pandoro Alessandra Balocco e Franco Cannillo di Dolci Preziosi) per le vicende riguardanti la beneficenza legata sia alla vendita del pandoro Balocco che a quella delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

L’accusa parla di un “ingiusto profitto” di più di 2 milioni di euro. Secondo l’accusa infatti le società dell’imprenditrice e influencer Ferragni – con le due campagne pubblicitarie “Pandoro Balocco Pink Christmas” e “Uova di Pasqua Chiara Ferragni” – avrebbero realizzato un “ingiusto profitto” complessivo pari a 2.175.000 euro.

Dopo lo scoppio del caso legato alla beneficienza e alla pubblicità ingannevole – lo ricordiamo – Chiara Ferragni aveva donato 1 milione di euro all’ospedale per bambini “Regina Margherita” di Torino (che era l’obiettivo della beneficenza legata al Pandoro Balocco). Inoltre, Ferragni aveva pagato 2 milioni di euro in sanzioni all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) per entrambe le vicende rinunciando al ricorso.

Dopo la chiusura delle indagini, gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per depositare memorie o per farsi interrogare.

di Filippo Messina

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