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Osservare i social per poterli fermare

L’aggressione delle 5 ragazze sul treno con tanto di condivisione sui social impone una riflessione: come si possono trasformare i social da luogo di violenza a tallone d’Achille degli aggressori?
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Osservare i social per poterli fermare

L’aggressione delle 5 ragazze sul treno con tanto di condivisione sui social impone una riflessione: come si possono trasformare i social da luogo di violenza a tallone d’Achille degli aggressori?
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L’aggressione delle 5 ragazze sul treno con tanto di condivisione sui social impone una riflessione: come si possono trasformare i social da luogo di violenza a tallone d’Achille degli aggressori?
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L’aggressione delle 5 ragazze sul treno con tanto di condivisione sui social impone una riflessione: come si possono trasformare i social da luogo di violenza a tallone d’Achille degli aggressori?
I video che ancora si trovano sui social immortalano un giorno di festa trasformato in uno di caos. I filmati delle telecamere di sorveglianza verranno usati per accertare l’identità dei responsabili delle molestie denunciate da almeno cinque ragazze, che con quella bolgia non c’entravano nulla. Erano andate a fare una gita a Gardaland e le loro strade si sono intrecciate con la marea umana che il 2 giugno si è riversata a Peschiera del Garda al grido «Questa è l’Africa». Minorenni nella stragrande maggioranza dei casi, l’appuntamento era stato come di consueto lanciato su TikTok. E sono impressionanti le immagini di questi ragazzi che si divertono a distruggere, spaccare vetrine, infastidire turisti. Fino all’intervento della polizia in assetto antisommossa. A guardarli, quei video, sembra di rivedere le brutte immagini di Capodanno in piazza Duomo a Milano. In questo caso però l’‘evento’ era stato preannunciato, almeno nelle chat usate da questi ragazzi. Eppure oltre mille di loro sono riusciti ad arrivare da tutta la Lombardia e a mettere in scena il loro giorno di gloria. Fino alle molestie, che sarebbero avvenute sul treno regionale Verona-Milano, dove questi ragazzi hanno incontrato alcune coetanee di rientro dal parco dei divertimenti. È terribile la foto di queste giovanissime, sedute ad aspettare di poter denunciare quello che è avvenuto. Possiamo solo immaginare quale incubo sia stato per loro quel viaggio in treno. Peschiera adesso è presidiata dalle forze dell’ordine, ma anche qui sembra una riedizione di un film già visto. In questo caso, tra l’altro, il raduno aveva anche una connotazione etnica: lì sul lungomare si erano dati appuntamento gli immigrati di seconda generazione. Un episodio che rischia di riaccendere l’intolleranza, tanto che alcuni africani proprio sui social accusano i protagonisti di questo folle raduno di gettare al vento gli sforzi di integrazione di tantissimi altri. Al di là di questo, la fortuna è che stavolta ci sono le immagini e questo agevolerà il lavoro di chi deve accertare dinamiche e responsabilità. Rimane il tema di un mondo che sembra sfuggire a ogni controllo: quello di TikTok e di Telegram. Che le si chiami baby gang o che si scelga un altro nome, sta di fatto che questi gruppi di giovanissimi postano sempre i video delle loro “bravate” ed è sempre con quelle chat che si danno appuntamento. Utilizzando proprio gli strumenti su cui vi è meno controllo, quasi sempre riescono a fare quello che vogliono. E alle forze dell’ordine non resta che cercare di limitare i danni o intervenire a cose fatte. Ecco perché è diventato fondamentale riuscire a scandagliare quei social. Ricordiamoci che questi giovanissimi agiscono quasi sempre per ‘esibirsi’ davanti a un pubblico e questo può diventare il loro tallone d’Achille.   Di Annalisa Grandi

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