Ciro Di Maio, il conduttore di nuovo a processo per la droga dello stupro
| Cronaca
Ciro Di Maio, il conduttore tv è finito di nuovo a processo per lo stesso reato per cui era stato già condannato in passato. “E’ per uso personale” si è difeso
Ciro Di Maio, il conduttore di nuovo a processo per la droga dello stupro
Ciro Di Maio, il conduttore tv è finito di nuovo a processo per lo stesso reato per cui era stato già condannato in passato. “E’ per uso personale” si è difeso
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Ciro Di Maio, il conduttore di nuovo a processo per la droga dello stupro
Ciro Di Maio, il conduttore tv è finito di nuovo a processo per lo stesso reato per cui era stato già condannato in passato. “E’ per uso personale” si è difeso
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Ce lo siamo chiesti in tanti quando per la prima volta abbiamo letto dell’arresto di Ciro Di Maio, il noto conduttore tv specializzato nel raccontare le bellezze di mezzo mondo e il rispetto per l’ambiente: “Com’è possibile? Proprio lui, arrestato per detenzione e spaccio della famigerata droga dello stupro?”. Ebbene sì, era lui, che per questa brutta storia si guadagnò una condanna a un anno e 4 mesi (concesse le attenuanti generiche) e una multa di 3.800 euro.
Quella faccia da bravo ragazzo, i modi affabili, il fisico curato di chi dimostra di tenere alla propria salute ci avevano in qualche modo convinti che ciò che vedevamo in tv corrispondesse sempre al vero. Non è così, sembra ovvio ma vale la pena ricordarlo.
Non devono esserci dubbi però sul fatto che a tutti andrebbe concessa una seconda possibilità. E così eravamo pronti a fare anche nei confronti di Ciro Di Maio.
Solo che il conduttore, la sua seconda occasione, sembra averla sprecata in modo sprezzante e persino un po’ ingenuo. Il 48enne di origine napoletana è infatti di nuovo a processo per un reato analogo: detenzione e spaccio di Gbl.
Di Maio, che ha esordito in tv come uno dei Carramba boys di Raffaella Carrà, pensava forse di passarla liscia e così appena scaduti i termini di custodia cautelare ha fatto un nuovo ordine online di Gbl.
L’indagine è partita da una spedizione arrivata alla Cargo City dell’aeroporto di Malpensa proveniente dalla Cina, intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa che hanno individuato la sostanza stupefacente. La Gdf, in incognito e a distanza, ha seguito la spedizione fino alla consegna della stessa al destinatario avvenuta a Milano. Il conseguente intervento in flagranza ha consentito di sequestrare la spedizione contenente circa 3 litri di Gbl, l’equivalente di 30mila euro da rivendere sul mercato. Dalle prime indagini sembra che Di Maio pagasse la droga online tramite criptovalute. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni se non le stesse dell’ultima volta: “La droga era per uso personale”, una versione che convince davvero poco. Quello che stupisce e spiace è la reiterazione del reato a così breve distanza da parte di un ragazzo che aveva una propria luce e che la droga ha saputo oscurare.
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