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Da Bergamo a Livorno: in Italia le ex chiese potrebbero diventare moschee

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Alcune ex chiese del nostro Paese potrebbero diventare moschee, fra le polemiche: i casi di Bergamo e Livorno. Nel frattempo, sono sempre meno le persone che vanno a messa

Chiese

Da Bergamo a Livorno: in Italia le ex chiese potrebbero diventare moschee

Alcune ex chiese del nostro Paese potrebbero diventare moschee, fra le polemiche: i casi di Bergamo e Livorno. Nel frattempo, sono sempre meno le persone che vanno a messa

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Da Bergamo a Livorno: in Italia le ex chiese potrebbero diventare moschee

Alcune ex chiese del nostro Paese potrebbero diventare moschee, fra le polemiche: i casi di Bergamo e Livorno. Nel frattempo, sono sempre meno le persone che vanno a messa

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Alcune ex chiese in Italia potrebbero diventare moschee. Questo quanto potrebbe accadere, in particolare, a Bergamo e Livorno. Ecco perché.

In Italia le ex potrebbero diventare moschee. Il caso di Bergamo

In Lombardia c’è ormai da tempo una vera e propria battaglia legale fra la Regione Lombardia e l’associazione Musulmani di Bergamo.

Per un motivo: la Chiesa dei frati Cappuccini degli ex Ospedali riuniti di Bergamo potrebbe diventare… una moschea.

Si tratta di una (ora ex) chiesa nata negli anni ‘20 del Novecento, parte del grande complesso ospedaliero che era ai tempi in costruzione.

Questo immobile – poi sconsacrato – nel 2018 è stato messo all’asta. Ad aggiudicarselo è stata l’Associazione Musulmani di Bergamo.

L’Associazione è riuscita infatti ad aggiudicarsi all’asta l’ex chiesa – con il sistema delle buste chiuse – con una proposta di 450mila euro (la base d’asta partiva da poco più di 418mila euro).

L’Associazione ha poi annunciato l’intenzione di voler fare diventare questa ex chiesa una moschea.

La nostra intenzione è quella di mantenere la destinazione del sito a luogo di culto” hanno detto presidente il presidente dell’Associazione Idir Ouchickh e il consigliere Imad El Joulani.

Parole che, come prevedibile, hanno fatto molto clamore e hanno scatenato enormi polemiche (a Bergamo ma non solo).

In tanti, tantissimi infatti si oppongono a questa volontà dell’Associazione Musulmani.

E fra coloro che si sono opposti con fermezza a questa possibile (?) soluzione c’è… la Regione Lombardia che si è subito detta contraria

Il simbolo della cristianità della cappella della Chiesa Casa Frati di Bergamo sarà salvaguardato perché Regione Lombardia farà valere il diritto di prelazione”. Queste le parole di Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia.

Fontana aveva inoltre fin da subito sottolineato che l’edificio era vincolato dal ministero della Cultura.

Dopo mesi la giunta regionale aveva deciso di stanziare circa 452mila euro per riacquistare l’ex chiesa.

Tentativo che però non è andato a buon fine, dato che (come prevedibile visto quanto accaduto?) l’Associazione Musulmani -difesa dall’avvocato Andrea Di Lascio – ha rifiutato l’offerta e ha deciso di rivolgersi al tribunale.

Il contenzioso – in forma di battaglia legale – fra la Regione Lombardia e l’associazione Musulmani di Bergamo sembrava in questi anni proprio non avere fine.

Ma la parola “fine” (o quasi) potrebbe essere in realtà già arrivata, pochi giorni fa, dai giudici bresciani che nella loro sentenza, hanno confermato la natura discriminatoria della delibera regionale del maggio 2019.

I giudici hanno infatti dichiarato, come si legge nella sentenza, che la corte “conseguentemente, accerta l’acquisto del bene in capo all’originaria contraente Associazione Musulmani di Bergamo”.

Ma non solo.

La corte ha condannato la Regione Lombardia a pagare le spese legali a favore dell’Associazione: quasi 32mila euro.

In questa situazione però non si può mettere ancora la parola “fine” visto che in Regione Lombardia si è già al lavoro per tornare davanti alla Cassazione.

Dopo Bergamo, ecco Livorno

Dopo il caso di Bergamo, è ora arrivato il turno di Livorno.

Il Tempio degli Olandesi, storica chiesa della città, potrebbe diventare – presto, molto presto – una moschea.

Diversi media locali (e non solo) parlano di una trattativa, in realtà addirittura già avviata da tempo, fra i vertici della Congregazione Olandese-Alemanna (che sono i proprietari dell’edificio) e la Comunità Islamica Livornese.

La Comunità, secondo le informazioni, sarebbe intenzionata ad acquistare l’edificio per poi farlo diventare una moschea.

Un caso non proprio analogo ma molto simile a Bergamo, quindi.

Inoltre, l’edificio di Livorno necessita già da tempo di diversi – e costosi – lavori di restauro.

Secondo le fonti, la Congregazione – prima di avviare un vero e proprio dialogo con la Comunità Musulmana Livornese – avrebbe fatto una richiesta al Comune (amministrato da una coalizione di centrosinistra, guidata dal Pd).

Proposta che, a quanto pare, sarebbe stata però rifiutata.

A spiegare la richiesta ci ha pensato Massimo Sanacore, il governatore della Congregazione Olandese-Alemanna in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Tirreno”.

“Per ricostruire completamente il tempio ci vorrebbero 600/700mila euro. Ovvio che noi non disponiamo di questa cifra. Avevamo proposto al Comune la cessione dell’edificio al prezzo simbolico di un euro ma l’Ente, che ovviamente poi si sarebbe dovuto far carico dei lavori, ha detto ‘vi faremo sapere’. E non abbiamo poi saputo” dice.

E ancora: “Da qui i contatti con privati, tutti andati a vuoto, sino alla proposta della comunità islamica“.

“È ovvio che preliminarmente concorderemo un percorso che tuteli la storia del tempio costruito nel 1864 ad opera dell’architetto Dario Giacomelli con un costo di 170mila lire” aggiunge Sanacore.

La “questione livornese”, come quella bergamasca, sta facendo molto discutere.

Riguardo questa delicata situazione, sono poi intervenuti Susanna Ceccardi e Carlo Ghiozzi (rispettivamente europarlamentare e capogruppo della Lega) in consiglio comunale a Livorno e hanno usato parole durissime parlando di un vero e proprio “fallimento politico e culturale”.

“Quella che si sta consumando a Livorno non è una trattativa, è un fallimento politico e culturale di cui l’amministrazione comunale deve assumersi piena responsabilità. Il Tempio degli Olandesi è un monumento che racconta la storia e l’identità europea e cosmopolita di Livorno. Un’identità fatta di tolleranza, sì. Ma anche di radici cristiane che non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Il Comune ha avuto l’opportunità di acquisire questo pezzo di storia per un euro e di salvarlo dal degrado ma ha voltato le spalle, ha detto ‘No’ alla tutela del proprio patrimonio per poi assistere, inerme, alla sua potenziale cessione a un’altra confessione”. Queste le parole di Ceccardi e Ghiozzi.

Inoltre, i due hanno dichiarato: “Il sindaco Salvetti smetta di nascondersi dietro la burocrazia e si attivi immediatamente per bloccare questa operazione, reperire le risorse necessarie al restauro del Tempio e recuperarlo alla città, prima che la nostra storia venga definitivamente archiviata e l’islamizzazione della nostra società compia un altro passo in avanti”.

Chiese sempre più vuote. Alcuni dati

Nel frattempo, mentre imperversano le polemiche fra ex chiese e moschee, le chiese in Italia sono sempre più vuote.

Nel 2022 è stato toccato il minimo storico di fedeli presenti nelle chiese del nostro Paese.

Si parla del 18,8% di persone che almeno una volta a settimana hanno partecipato a un rito religioso.

Lo scorso anno invece il 31% degli italiani non ha mai messo piede in un luogo di culto se non per un evento particolare (per celebrazioni religiose come ad esempio un matrimonio o un funerale).

Ma non solo: negli ultimi 20 anni la pratica religiosa nel nostro Paese ha subito un costante calo.

Fino ad arrivare a dimezzarsi: si è passati infatti dal 36,4% della popolazione in chiesa nel 2001 (che diceva di essere un “praticante”) a meno del 19% del 2024.

Un calo drastico, che è stato progressivo negli anni.

Anche se il calo è stato più imponente fra il 2019 e il 2020 con il -4% di persone che andavano a messa.

Certo, c’è stato di mezzo il Covid.

Ma dopo la fine dell’allerta pandemia, la situazione non è di certo migliorata.

In 20 anni coloro che si definiscono “mai praticanti” sono passati dal 16% del 2001 al 31% del 2022.

di Filippo Messina

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