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Degradato per disonore all’Arma

Ad Antonio Pappalardo è stato tolto il grado di generale dell’Arma dei Carabinieri per motivi disciplinari. Le sue condotte sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate.
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Degradato per disonore all’Arma

Ad Antonio Pappalardo è stato tolto il grado di generale dell’Arma dei Carabinieri per motivi disciplinari. Le sue condotte sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate.
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Degradato per disonore all’Arma

Ad Antonio Pappalardo è stato tolto il grado di generale dell’Arma dei Carabinieri per motivi disciplinari. Le sue condotte sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate.
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Ad Antonio Pappalardo è stato tolto il grado di generale dell’Arma dei Carabinieri per motivi disciplinari. Le sue condotte sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate.
Ad Antonio Pappalardo è stato notificato il provvedimento di perdita del grado di generale dell’Arma dei Carabinieri per motivi disciplinari, in quanto le sue ripetute condotte ed esternazioni sono state ritenute lesive del prestigio delle forze armate e del giuramento prestato. L’unico sorpreso della decisione è stato proprio il diretto interessato, autonominatosi leader di una chiassosa accozzaglia arancione no-politici, no-vax, no- pass, no-tutto che da anni inneggia all’azione salvifica dei forconi. A sentirlo concionare sulla pubblica piazza, usando epiteti violenti e infrangendo quelle stesse norme che in quanto servitore dello Stato avrebbe dovuto far rispettare, veniva certo da interrogarsi sui criteri che hanno motivato la sua carriera militare nonché la nomina a sottosegretario alle Finanze del governo Ciampi. «Mi perseguono da anni, è un abuso!» ha sbraitato, convocando subito a coorte tutti i no-vax in divisa. E via con solita gnagnera: «Tutti quelli che si mettono contro vengono censurati». «Oggi siamo in dittatura!». È davvero curioso come questi no-vax e no-pass riescano a essere tutti giorni sui giornali e in tv nonostante la durissima repressione del regime che avversano. Violenti nelle parole (a volte nei fatti), incapaci di ascoltare, insofferenti a ogni critica e adepti del rito complottista, vengono a ragione tutelati nei loro diritti costituzionali. Viene da chiedersi con qualche brivido se, giunti al governo, sarebbero disposti a concedere ai dissenzienti il medesimo trattamento.   di Vittorio Pezzuto

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