A Trieste c’è il focolaio più grande del Friuli Venezia Giulia. Dodici persone con la polmonite da Coronavirus sono in attesa di un posto letto. Questa è la conseguenza delle manifestazioni contro la certificazione verde.
Dodici persone con la polmonite da Coronavirus in attesa di un posto letto: sembra un brutta cartolina di parecchi mesi fa e invece sta succedendo a Trieste. È il prezzo di settimane di mobilitazioni no Green Pass, che ora ricade sui nosocomi.
L’allarme lo lancia il capo del Pronto Soccorso dell’ospedale di Cattinara, che conferma che i casi stanno crescendo di giorno in giorno tanto che non ci sono più posti letto nei reparti Covid. E si ritorna a quando venivano chiuse altre aree per fare spazio ai malati di Coronavirus.
Resta per fortuna ancora sotto controllo la situazione delle terapie intensive, dove comunque il 90% dei ricoverati sono di giovane età e non vaccinati. Fare uno più uno con le manifestazioni dei portuali che non si fermano dallo scorso 15 ottobre è un attimo. Anche perché chi scende in piazza contro la certificazione verde lo fa senza distanziamento né mascherine.
Bene ha detto il prefetto di Trieste, sottolineando come il rischio di zona gialla sia tutt’altro che lontano, aggiungendo che «sarà questo il vero limite alla libertà di espressione». Perché è naturale che se i contagi continueranno a salire non si potrà più consentire che cortei e presidi si svolgano come è stato fino a oggi.
Per ora la certezza è che a Trieste c’è il focolaio più ampio del Friuli Venezia Giulia e che i manifestanti contagiati sono almeno 70. I no Green Pass rischiano di vedere infranta la loro idea di libertà, piegata da quello stesso virus contro cui hanno scelto di non tutelarsi.
di Gaia Bottoni
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Tag: vaccini
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