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escherichia coli riviera romagnola

Il mistero dell’Escherichia coli sparito sulla riviera romagnola

Dopo appena 24 ore, il divieto di balneazione in 22 località costiere della riviera romagnola per la presenza dell’Escherichia coli è stato revocato: il batterio killer è scomparso. Come si sia potuto liquefare così rapidamente resta un mistero.

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Il mistero dell’Escherichia coli sparito sulla riviera romagnola

Dopo appena 24 ore, il divieto di balneazione in 22 località costiere della riviera romagnola per la presenza dell’Escherichia coli è stato revocato: il batterio killer è scomparso. Come si sia potuto liquefare così rapidamente resta un mistero.

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Il mistero dell’Escherichia coli sparito sulla riviera romagnola

Dopo appena 24 ore, il divieto di balneazione in 22 località costiere della riviera romagnola per la presenza dell’Escherichia coli è stato revocato: il batterio killer è scomparso. Come si sia potuto liquefare così rapidamente resta un mistero.

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Dopo appena 24 ore, il divieto di balneazione in 22 località costiere della riviera romagnola per la presenza dell’Escherichia coli è stato revocato: il batterio killer è scomparso. Come si sia potuto liquefare così rapidamente resta un mistero.

Contrordine, bagnanti! A 24 ore dall’annuncio all’intera riviera romagnola del divieto di balneazione in 22 (!) località costiere – a causa dell’elevata concentrazione del batterio Escherichia coli nelle acque di mare – il divieto stesso è stato precipitosamente revocato. Ieri pomeriggio, mentre già si contavano i danni e si facevano fosche previsioni, il batterio killer dell’estate romagnola è scomparso.

Ci sia consentito un pizzico di paradosso, considerato che non si era mai visto volatilizzarsi (meglio, liquefarsi) con questa rapidità un agente altamente inquinante e pericoloso per la salute, su un tratto di costa molto esteso e senza che in meno di un giorno sia accaduto qualcosa in grado di mutare radicalmente le condizioni generali. Per darvi un’idea, la concentrazione di batteri non è diminuita, è precipitata: la soglia massima di attenzione è fissata a 500 unità per metro cubo d’acqua (limite superato di slancio e che aveva portato ai divieti), mentre l’ultimo campione ha fatto registrare valori fra 20 e 30, con un solo picco a 110. Il tutto resta inspiegabile, mentre è già una certezza il danno arrecato alla stagione turistica. Di immagine e non solo. È doveroso chiedersi come sia potuto accadere, innanzitutto per tranquillizzare abitanti e villeggianti ma anche tutti noi, straniti da un botta e risposta fra notizie tanto inquietanti quanto sorprendentemente tranquillizzanti. Se c’è stato un errore, di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello, lo si dica senza costruire toppe peggio del buco nell’acqua. Di Marco Sallustro

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