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Scusate se è poco

Alle scuse pubbliche di Chiara Ferragni e dell’annuncio del milione di euro in beneficenza si è alzato l’urlo degli haters
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Scusate se è poco

Alle scuse pubbliche di Chiara Ferragni e dell’annuncio del milione di euro in beneficenza si è alzato l’urlo degli haters
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Scusate se è poco

Alle scuse pubbliche di Chiara Ferragni e dell’annuncio del milione di euro in beneficenza si è alzato l’urlo degli haters
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Alle scuse pubbliche di Chiara Ferragni e dell’annuncio del milione di euro in beneficenza si è alzato l’urlo degli haters
Quando ieri, come tutti, abbiamo letto la notizia delle scuse pubbliche di Chiara Ferragni e dell’annuncio del milione di euro in beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino, mi è sembrato di sentire intorno a me l’urlo degli haters in servizio permanente effettivo salire dalla pancia del Paese: “Che figura imbarazzante“, “Lo fa solo per salvarsi la faccia“, “Quel milione lo doveva dare standosene zitta“, “Una toppa peggio del buco”, “È stata costretta a rincorrere la figuraccia da Giorgia Meloni“… Potrei andare avanti non so per quanto e ovviamente in questa sede ci limitiamo a ciò che è civile scrivere. Però – visto che anche noi ce ne siamo occupati non più tardi di domenica – si può (deve) mettere da parte il moralismo un tanto al chilo. Da modestissimi osservatori quali ci riteniamo, avevamo invocato solo una cosa, come fatto anche in radio a Rtl 102.5 venerdì pomeriggio: riparare. Chiedere scusa. Fare un gesto che potesse emendare almeno un po’ la brutta figura. Perché non è mai troppo tardi. E questo Chiara Ferragni l’ha fatto, fino in fondo. Come già scritto in altre occasioni, non mi ritengo così ingenuo da non comprendere le motivazioni di immagine, il disastro mediatico seguito all’affaire Pandoro Balocco da riparare almeno in parte, oltre a ogni considerazione legata al brand-Ferragni, alla sua immagine che poteva uscirne intaccata per sempre. Comunque sia, quel chiedere scusa resta. Perché non lo fa quasi più nessuno, dai piccoli gesti quotidiani ai grandi fatti di rilievo nazionale come questo episodio. Quest’ultimo resta brutto e certo non viene cancellato dal video e dalla donazione, epperò tutta questa gente ansiosa di condannare, puntare il dito, ergersi a paladini della morale avrà poi titoli per farlo? O, dal loro punto di vista, basta essere “normali“ (voi avete capito cosa sia la “normalità”? ), per poter odiare pubblicamente e impunemente una persona? Nessuno di noi è giudice e, per quel pochissimo che conta, non ci terremmo neppure. Chi è esposto alla tempesta costante della grande notorietà – inutile negarlo – ha doveri superiore rispetto ai “comuni mortali” e per questo abbiamo criticato e stigmatizzato Chiara Ferragni. Abbiamo anche il dovere, però, di conoscere il limite, di tener giù il ditino e analizzare nel modo più oggettivo possibile le azioni degli altri. Anche e soprattutto quando sono nostri idoli o, viceversa, persone che non ci vanno minimamente a genio. “Dal letame nascono i fiori”, cantava il poeta Fabrizio De André e sappiamo per certo che da una brutta storia sono venuti fuori tanti soldi per bambini malati. Per beatificazioni e maledizioni rivolgetevi pure altrove. di Fulvio Giuliani La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

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