Garlasco, la storia infinita
Garlasco, la storia infinita. Ora siamo davanti all’ennesimo colpo di scena che può riscrivere la storia del delitto di Chiara Poggi
Garlasco, la storia infinita
Garlasco, la storia infinita. Ora siamo davanti all’ennesimo colpo di scena che può riscrivere la storia del delitto di Chiara Poggi
Garlasco, la storia infinita
Garlasco, la storia infinita. Ora siamo davanti all’ennesimo colpo di scena che può riscrivere la storia del delitto di Chiara Poggi
Che la Procura di Pavia avesse le idee chiare di era già capito da mesi. Ora però siamo davanti all’ennesimo colpo di scena che può riscrivere la storia del delitto di Garlasco è lo stesso tempo lascia gli osservatori del tutto spiazzati. Perché in questa storia non c’è giorno e soprattutto non c’è novità che non sembri portare più ombre di quelle che vorrebbe dissipare.
La nuova perizia disposta dal tribunale che confermerebbe che le tracce sotto le unghie di Chiara Poggi sono compatibili con il DNA di Andrea Sempio. Lo stesso risultato in sostanza di quello che era arrivato dai periti della Procura. Un nuovo terremoto, o in fondo un terremoto annunciato, una storia infinita o forse solo un nuovo capitolo di una storia che per la giustizia si era chiusa anni fa, con la condanna di Alberto Stasi.
Nel mentre il polverone sui magistrati, le nuove ricerche, le voci, le accuse. Una storia che sembra infinita appunto. Lo avevamo scritto già mesi fa, se dovesse emergere che un innocente è stato condannato per un omicidio mai commesso sarebbe clamoroso e sconvolgente. Innanzitutto per la famiglia della vittima. Una famiglia che si è sempre detta convinta della colpevolezza di Stasi e che anche oggi davanti a questa nuova perizia parla di “dati non consolidati e nulli”. Per chiarezza il risultato reso noto ieri, su cui tutti quelli che dicono di aver capito probabilmente esagerano, parla di un’elevata compatibilità del DNA con la linea maschile della famiglia Sempio, ma a questo si aggiunge la vicenda dello scontrino fornito come alibi, l’impronta sul muro delle scale e la presunta corruzione dell’allora pm.
Comunque si concluda questa nuova pagina processuale, di certo siamo davanti a una brutta pagina per la giustizia. E l’auspicio è che qualunque sia la verità questa volta emerga in modo chiaro, anche se scriverlo dopo questo elenco sembra un atto di fede. Innanzitutto per la famiglia della vittima appunto. E subito dopo per chi ha scontato una condanna per un delitto che forse non ha commesso.
Di Annalisa Grandi
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