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Incredibile a Roma: “Arbitra, vai a fare gli gnocchi!”

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“Ma questa è un’arbitra femmina?”. Se non basta, c’è di peggio: “Perché non vai a fare gli gnocchi?”, oppure ancora: “Non capisce un c…, è donna”. Siamo ancora a questo, in Italia, anno 2025

Incredibile a Roma: “Arbitra, vai a fare gli gnocchi!”

“Ma questa è un’arbitra femmina?”. Se non basta, c’è di peggio: “Perché non vai a fare gli gnocchi?”, oppure ancora: “Non capisce un c…, è donna”. Siamo ancora a questo, in Italia, anno 2025

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Incredibile a Roma: “Arbitra, vai a fare gli gnocchi!”

“Ma questa è un’arbitra femmina?”. Se non basta, c’è di peggio: “Perché non vai a fare gli gnocchi?”, oppure ancora: “Non capisce un c…, è donna”. Siamo ancora a questo, in Italia, anno 2025

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“Ma questa è un’arbitra femmina?”. Se non basta, c’è di peggio: “Perché non vai a fare gli gnocchi?”, oppure ancora: “Non capisce un c…, è donna”. Siamo ancora a questo, in Italia, anno 2025. Insulti sessisti a una 16enne innamorata del calcio e arbitro su un campetto ad Achillea Talenti, zona nord-est di Roma. La squadra di casa contro il Grifone Gialloverde, gara dei Giovanissimi Regionali Under 15. Il padre di un calciatore di questi ultimi ha avviato una telecronaca in diretta su YouTube. Accompagnata da una serie di insulti sessisti “motivati” dal sesso femminile dell’arbitro. All’indirizzo di una ragazzina, il che peggiora il quadro probatorio all’indirizzo dell’autore-telecronista.

La partita è stata disputata il 23 febbraio. Per fortuna, dopo un paio di settimane un genitore presente sugli spalti, padre di uno degli atleti, ha deciso di pubblicare alcuni estratti del video, denunciando l’accaduto via social. Ha pubblicato i video perché “non possiamo far finta di niente, non si può stare sempre zitti. Magari vedendosi pubblicato un po’ si vergogna e la prossima volta evita”, ha spiegato al Corriere della Sera.

È l’atteggiamento più adeguato di fronte al ripetersi di episodi di questo tipo. Il genitore ha fatto bene a pubblicare gli estratti, perché vanno assolutamente denunciati. Non ci si può più girare dall’altra parte. C’è una battaglia culturale almeno da impiantare, in attesa di vincerla, per arrivare alla parola fine su questi inaccettabili pregiudizi. Che l’autore voleva far passare come dei commenti simpatici, divertenti. Nonostante un altro genitore gli avesse chiesto se si rendesse conto del contenuto, del peso specifico delle sue parole verso l’arbitro. È il motivo per cui ne stiamo scrivendo ancora. Accettando il rischio che si faccia pubblicità a questo tipo di linguaggio, frasario, che si generi un effetto moltiplicatore.
Un paio di anni fa a usare l’espressione “si dia agli gnocchi”, associando la ricetta di un piatto di gnocchi alla foto di un arbitro di sesso femminile che aveva diretto Napoli-Cremonese in Coppa Italia, fu un dirigente del Livorno. Che poi si scusò, etichettando il tutto come “una battuta”. Certo, come no.

Di Nicola Sellitti

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