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L’altro volto di Rozzano

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Rozzano – ancor più dopo l’ultimo grave caso di cronaca – rischia di essere bollata in modi che non la rappresentano del tutto. Pubblichiamo la lettera di un cittadino di Rozzano

L’altro volto di Rozzano

Rozzano – ancor più dopo l’ultimo grave caso di cronaca – rischia di essere bollata in modi che non la rappresentano del tutto. Pubblichiamo la lettera di un cittadino di Rozzano

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L’altro volto di Rozzano

Rozzano – ancor più dopo l’ultimo grave caso di cronaca – rischia di essere bollata in modi che non la rappresentano del tutto. Pubblichiamo la lettera di un cittadino di Rozzano

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Abbiamo nei giorni scorsi raccontato del delitto di Rozzano. Abbiamo parlato dell’ennesimo delitto assurdo, avvenuto in un contesto che talvolta è etichettato come un luogo in qualche modo difficile. Come per altre città e cittadine. Che però rischiano di essere bollate in modi che non le rappresentano del tutto. Per questo pubblichiamo la lettera di un cittadino di Rozzano. Che questa cittadina, la conosce molto bene. Con i suoi problemi ma anche con le sue opportunità.

La lettera:

“Ci sono leggende dure a morire, come ad esempio quella di Rozzano, periferia sud di Milano, set ideale per video trap che scimmiottano i colleghi statunitensi mostrando catenoni d’oro, cantando tra i casermoni Aler in un italiano improbabile e spesso incomprensibile.

Poi c’è un’altra faccia di Rozzano, quella onesta e perbene di cui nessuno parla (perché la cronaca nera fa più audience), fatta di persone che lavorano e di professionisti come il sottoscritto, che da trent’anni promuove la cultura in tutte le sue forme in giro per l’Italia e non solo; fatta di persone tranquille, con una morale sana e con una disciplina civica stampate nel dna dai loro genitori. Ecco di questa Rozzano si dovrebbe parlare in questi giorni.  

Io a Rozzano, come tutte le persone che lavorano a Milano, ci sto poco perché il mio quartier generale è sui Navigli dove ho la sede del mio studio. A Rozzano però ho la mia residenza, dove molti anni fa acquistai una casa, adiacente al Centro Culturale Cascina Grande, un luogo tranquillo immerso nel verde. E allora perché mai quando dico di abitare a Rozzano dovrei sempre subire le solite battute come se vivessi veramente nel Bronx, come se i suoi abitanti fossero tutti delinquenti! Imbarazza dover giustificare.

Ma torniamo alla cronaca di questi giorni, dove per l’ennesima volta si torna a parlare di giovani e di violenza. Se vogliamo salvare questa generazione dallo sgretolamento sociale bisogna crearne anche i presupposti e fornire gli strumenti a giovani e giovanissimi; e questo si può e si deve fare, portando la cultura nelle scuole sin dalle elementari, parlando di bellezza attraverso i libri, la musica, il teatro e il senso civico con iniziative che coinvolgano i giovani per spostarli dalla strada.  Ma questo è un compito della politica, un compito che purtroppo da anni è stato dimenticato dall’attuale amministrazione comunale. Non dobbiamo poi meravigliarci se i giovani sono sfiduciati dalla politica e non vanno più a votare, ma cosa offre loro questa politica, quale aiuto, quali prospettive, quali visioni di futuro?

Con il tragico avvenimento di questi giorni colgo l’occasione per invitare il Sindaco ad agire con urgenza per ricreare un tessuto sociale e culturale che nella sua amministrazione purtroppo è venuto a mancare. E non parlo di schieramenti politici, destra/sinistra, ma delle basi fondamentali per elevare la qualità della vita dei rozzanesi, soprattutto i più giovani, ai quali dobbiamo dare la nostra massima attenzione affinché non si disperdano e non si disperino affondando in un nichilismo assai pericoloso.

Io ovviamente sono assolutamente a disposizione per dare il mio contributo e il Sindaco lo sa”.

di Miky Degni

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