Il clima li fa e poi li accoppia. Greta e Carlo, la ragazza e il principe d’Inghilterra, uniti dalla battaglia per salvare il pianeta dall’inquinamento e dal riscaldamento. Chi l’avrebbe mai detto? Accade nei momenti di grandi mutamenti culturali, sociali ed economici – e gli anni che stiamo vivendo questo sono – che vengano fuori simboli che neppure le menti più creative di serie televisive avrebbero mai pensato di mettere assieme.
È il caso di Carlo, mancato (per ora) re d’Inghilterra, e di Greta Thunberg, la giovane svedese anima dei Venerdì per il Futuro (Fridays for Future) che hanno mobilitato sulle cause verdi i giovani del mondo. Da Glasgow, in pieno svolgimento della Cop26, la conferenza Onu sul clima, i due hanno lanciato il loro monito ai potenti (e non solo) del pianeta.
Cominciamo per galanteria da Greta, sicuri che anche il principe sarebbe d’accordo. La Thunberg ha tirato le orecchie ai grandi dopo il G20 di Roma dicendo alla tv inglese Bbc che l’obiettivo di contenere il surriscaldamento della Terra entro 1,5 gradi in più «è in teoria possibile» ma che finora i leader del pianeta «hanno evitato d’intraprendere un’azione reale» e questo dimostra come «il cambiamento climatico non sia per loro una vera priorità».
Il principe Carlo, invece, ha usato toni più apocalittici – con questa drammaticità mai usati prima, pur essendo lui un ambientalista storico – e ha avvisato il mondo che «deve mettersi in una disposizione di spirito bellica, da ultima spiaggia, di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul pianeta.
Dobbiamo metterci – ha insistito – sul piede di guerra». Messe assieme, le parole di Greta e di Carlo, sono un memento mori rivolto agli abitanti della Terra. Greta sferza la politica, dice ai giovani di non mollare con le loro manifestazioni pacifiche per difendere il pianeta e insiste sulla scarsa volontà del potere di cambiare.
Carlo, invece, parla a tutti noi e richiama alla guerra verde sottolineando, con un certo pathos: o adesso o mai più. Greta, la giovane svedese, che è riuscita a mobilitare i giovani. Carlo, il principe che parla ai vecchi. La borghese e l’aristocratico.
Una coppia che si presta, come tutto nella vita, anche a una certa ironia ma che di fatto sta incarnando una battaglia culturale e politica sempre più maggioritaria, senza mollare di un centimetro. Anche se, ad ascoltare le parole dette a Glasgow dal principe e quel suo sottolineare l’ultima spiaggia dell’umanità di fronte al cambiamento climatico, viene alla mente il frate nella Firenze dei Savonarola che – nel film “Non ci resta che piangere” – a un disorientato Mario (interpretato da Massimo Troisi) ripeteva: «Ricordati che devi morire, ricordati che devi morire, ricordati che devi morire».
Con Mario, imbarazzato, che gli ribatteva: «Mo’ me lo segno proprio, non vi preoccupate».
di Massimiliano Lenzi
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