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Lamezia Terme: primario Pronto soccorso aggredito con un manganello

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Grave aggressione ai danni del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, dottor Rosarino Procopio. L’episodio ieri sera, intorno alle 21

Lamezia Terme: primario Pronto soccorso aggredito con un manganello

Grave aggressione ai danni del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, dottor Rosarino Procopio. L’episodio ieri sera, intorno alle 21

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Lamezia Terme: primario Pronto soccorso aggredito con un manganello

Grave aggressione ai danni del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, dottor Rosarino Procopio. L’episodio ieri sera, intorno alle 21

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Grave aggressione ai danni del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, dottor Rosarino Procopio. L’episodio ieri sera, intorno alle 21. A scagliarsi contro il medico, i parenti di una degente che doveva essere dimessa dal Reparto di Osservazione breve intensiva; il dottor Procopio, durante il colloquio con i familiari, stava spiegando che il periodo di osservazione clinica era terminato, l’iter diagnostico concluso e la signora poteva rientrare a domicilio con la terapia prescritta dai sanitari; uno dei tre parenti che erano presenti al colloquio, L. S., ha cominciato a inveire contro il dottore opponendosi alla dimissione; quando quest’ultimo si è girato per rientrare nella sua stanza lo ha colpito alla schiena con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente gli uomini della sorveglianza aziendale, gli agenti del posto di polizia del Pronto soccorso e agenti del Commissariato di Polizia che stavano scortando un paziente. Accertamenti sull’episodio sono in corso tuttora da parte della Polizia di Stato. L’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro esprime, in una nota, “profonda solidarietà al dotto Rosarino Procopio; condannare un’aggressione premeditata è tristemente scontato, ci aspettiamo una risposta forte da parte delle autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario, anche tutta l’utenza. In questo caso non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva, non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso. L’Azienda farà come sempre la sua parte”, comunicano i vertici della Azienda sanitaria.

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