Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna
Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna. L’attività di analisi inizierà il prossimo 17 giugno a Milano, 90 giorni per le perizie: si tornerà in aula a Pavia il prossimo 24 ottobre
Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna
Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna. L’attività di analisi inizierà il prossimo 17 giugno a Milano, 90 giorni per le perizie: si tornerà in aula a Pavia il prossimo 24 ottobre
Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna
Le gemelle ‘K’, l’amico di Stasi e gli amici di Sempio e Poggi dovranno fornire il dna. L’attività di analisi inizierà il prossimo 17 giugno a Milano, 90 giorni per le perizie: si tornerà in aula a Pavia il prossimo 24 ottobre
Il dna delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, quello dell’amico di Alberto Stasi, Marco Panzarasa, e quello degli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, Mattia Capra e Roberto Freddi, oltre a quello di un altro amico, Alessandro Biasibetti, sarà acquisito per il maxi incidente probatorio sul delitto di Garlasco. L’esame sarà necessario per effettuare comparazioni genetiche con le tracce che saranno repertate.
A deciderlo è stata la gip Daniela Garlaschelli che ha disposto solo i quesiti sui profili genetici, escludendo quelli sulle impronte presenti nella villetta dove Chiara Poggi venne uccisa.
La gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha formulato il quesito per i nuovi periti Denise Albani e Domenico Marchigiani e concesso un termine di 90 giorni per depositare la loro consulenza. L’attività di analisi inizierà il prossimo 17 giugno a Milano. Si tornerà in aula a Pavia il prossimo 24 ottobre.
L’udienza si è tenuta a più di un mese da quella precedente, quando il 9 aprile i lavori si interruppero quasi subito dopo l’istanza di ricusazione da parte della procura del genetista Emiliano Giardina. Nel 2017, l’esperto rilasciò un’intervista al noto programma televisivo “Le Iene”, nella quale esprimeva alcune valutazioni sul Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi.
Oggi davanti alla giudice Daniela Garlaschelli ha giurato la nuova genetista incaricata, Denise Albani, allieva di Giardina e dal 2016 in polizia Scientifica. Con lei è stato nominato anche il sovrintendente Domenico Marchigiani, in servizio alla Scientifica di Milano, che si occuperà invece della parte dattiloscopica. Ossia il confronto e l’analisi delle impronte, circa una sessantina, che in parte non erano state analizzate al tempo delle prime indagini. L’obiettivo degli inquirenti è anche quello di provare ad estrarre un profilo genetico dai supporti para adesivi utilizzati all’epoca per repertare le impronte.
In aula anche l’ex generale dei Ris Luciano Garofano, consulente degli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, legali di Andrea Sempio, l’unico indagato nella nuova inchiesta. Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto, si affiderà invece al genetista Ugo Ricci, scelto dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari e già protagonista della precedente consulenza della difesa che ha contribuito alla riapertura delle indagini. Per la procura Carlo Previderè, che nel 2024 firmò la consulenza che ha confermato le tesi della difesa e ha convinto il procuratore aggiunto Stefano Civardi, la pm Valentina De Stefano e il procuratore di Pavia Fabio Napoleone a chiedere la riapertura del fascicolo sul caso Garlasco.
Presenti all’incidente probatorio, ovviamente, anche i consulenti della famiglia Poggi. «Alberto vive questo momento con grande speranza e con un po’ di paura, perché tutte le persone che hanno sofferto e credono di soffrire in maniera ingiusta hanno paura di svegliarsi e dire “no, non sta succedendo niente”». Così Antonio De Rensis, uno dei legali di Alberto Stasi «Lui ha quello stato d’animo che tutti noi possiamo immaginare per chi si professa innocente pur continuando a rispettare le sentenze», ha aggiunto il legale.
Di Matilde Testa
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