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L’insegnante sospesa non è stata l’unica assente in questi 20 anni

E’ incredibile come questa insegnante sia riuscita a non presentarsi al lavoro per un lasso di tempo così lungo nell’indifferenza più totale. Chi doveva controllare non lo ha fatto
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L’insegnante sospesa non è stata l’unica assente in questi 20 anni

E’ incredibile come questa insegnante sia riuscita a non presentarsi al lavoro per un lasso di tempo così lungo nell’indifferenza più totale. Chi doveva controllare non lo ha fatto
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L’insegnante sospesa non è stata l’unica assente in questi 20 anni

E’ incredibile come questa insegnante sia riuscita a non presentarsi al lavoro per un lasso di tempo così lungo nell’indifferenza più totale. Chi doveva controllare non lo ha fatto
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E’ incredibile come questa insegnante sia riuscita a non presentarsi al lavoro per un lasso di tempo così lungo nell’indifferenza più totale. Chi doveva controllare non lo ha fatto
Diciamo la verità: la categoria degli insegnanti non suscita grandi simpatie nell’immaginario collettivo. Per varie ragioni il corpo docente viene non di rado accostato a un esercito di fannulloni, poco motivato e preparato, invidiato soprattutto per le lunghe vacanze natalizie ed estive.  Storie come quella apparsa sui giornali in questi giorni non fanno altro che alimentare la già poca considerazione verso maestri e professori. A Chioggia, in provincia di Venezia, un insegnante è riuscita a risultare assente 20 anni su 24. Tra malattie, aspettative varie, la professoressa Cinzia Paolina De Lio, 56 anni, insegnante di Storia e filosofia originaria di Reggio Calabria aveva accumulato una vita di assenze. Una storia che sembra una burla ma è  più vera che mai, confermata anche dalla sentenza della Cassazione che ha estromesso la donna dall’insegnamento per assoluta e permanente inettitudine. Incredibilmente la signora in questione era convinta di essere nel giusto e aveva fatto ricorso.  “Un caso unico” commentano i sindacati di categoria. L’insegnamento vive un gran momento di crisi. I ragazzi sono svogliati e irrispettosi, certi genitori così accondiscendenti che arrivano persino a rivolgersi al TAR se il proprio figlio – dopo aver tentato di uccidere la prof – viene bocciato. Il caso, naturalmente, è quello del ragazzo che un mese e mezzo fa ad Abbiategrasso ha accoltellato la propria insegnante .Trattasi anche questo di caso limite. L’eccezionalità del fatto, tuttavia, non deve rappresentare una giustificazione per non controllare. C’è sempre chi doveva o poteva fare di più.  Nel caso di Chioggia, per esempio, dove sono stati per 20 anni la Corte dei Conti o la Ragioneria provinciale del Tesoro? E la preside di turno, i colleghi, i genitori? Possibile nessuno si sia posto il problema in tutto questo tempo? Dov’erano tutti? Insegnare non consiste solo nello spiegare Dante e logaritmi, ma anche nell’educare i ragazzi, mostrando loro la via che passa dal buon esempio. Per questo, fra tutti, i più sfortunati, sono stati proprio quegli alunni che hanno frequentato la scuola quando la docente è stata presente. Solo 4 anni, ma abbastanza per fare danni. 

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