«Scusi ma lei è favorevole o contrario?». «A cosa, mi perdoni?». «Ma all’abolizione dell’ora legale». «Sarò sincero, chissenefrega!». Tra le discussioni più inutili fatte in sede europea, questa sull’ora legale da abolire oppure no è la più loffia e noiosa, al punto che va avanti ormai da tre anni, con tanto di consultazione pubblica su favorevoli e contrari.
Un dibattito tutto giocato su una lancetta avanti, anzi no, indietro, con il risultato di un avanti e ‘ndre ma senza divertimento. Stasera, in Italia, alle 3 torneremo indietro di un’ora, dicendo ciao all’ora legale e tornando a quella del sole. Lo facciamo da anni e francamente di tutto si sentiva la mancanza tranne del fatto che se ne occupasse l’Unione europea. Il primo posto al mondo che viene alla mente, pensando alla questione delle lancette e dei fusi orari risolti in modo politico e centralizzato, è la Cina comunista, non proprio il bengodi delle libertà.
Anche per questo sarebbe il caso di finirla, in Europa, con il dibattito sull’abolizione dell’ora legale, tanto i Paesi a nord del Vecchio Continente (i più favorevoli alla abolizione) non diventeranno mai mediterranei e avranno sempre giornate di luce, lunghe lunghe d’estate e giornate buie, lunghe lunghe d’inverno. Quanto a noi, come dicevamo all’inizio, chissenefrega.
L’ora legale ci piace ma anche se sparisse resteremmo sempre – con buona invidia di molti, forse troppi – ‘o paese d’o sole e ‘o paese d’o mare. E per questa notte, buona ora solare a tutti!
di Aldo Smilzo
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