Milano, inchieste sull’urbanistica: la Gdf sequestra la torre Unico-Brera. 27 indagati
Il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – disposto dal gip della città – del cantiere Unico-Brera. Ci sono 27 indagati
Milano, inchieste sull’urbanistica: la Gdf sequestra la torre Unico-Brera. 27 indagati
Il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – disposto dal gip della città – del cantiere Unico-Brera. Ci sono 27 indagati
Milano, inchieste sull’urbanistica: la Gdf sequestra la torre Unico-Brera. 27 indagati
Il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – disposto dal gip della città – del cantiere Unico-Brera. Ci sono 27 indagati
Il Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza (Gdf) di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – disposto dal gip della città – del cantiere Unico-Brera, in via Anfiteatro 7.
Nello stabile sono tuttora in corso di realizzazione due edifici residenziali: rispettivamente di 4 e 11 piani.
L’attività si inquadra in un’ampia indagine delegata dalla Procura.
Tale indagine riguarda più progetti urbanistici di rilevante valore economico in corso di realizzazione.
Secondo l’ipotesi accusatoria, tali progetti verrebbero realizzati in violazione della normativa urbanistica. Con la conseguente quantificazione sottostimata degli oneri di urbanizzazione e un illecito aumento delle superfici e delle cubature realizzabili.
Gli indagati e il decreto
Sono 27 gli indagati per abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso tra progettisti ed ex funzionari comunali.
Secondo quanto si legge nel decreto di 80 pagine, si tratta sia di soggetti privati che di pubblici ufficiali.
“Non sprovveduti” ma professionisti e imprenditori “che governavano perfettamente la materia e conoscevano gli strumenti urbanistici”.
Inoltre, “intendevano aggirare le cogenti prescrizioni morfologiche ed evitare le insidie e le tempistiche legate all’approvazione di un piano attuativo”.
Piano che avrebbe senz’altro bocciato subito tale progetto.
Per un motivo principale: poiché non rispettoso dei limiti vigenti sulla specifica area e privo di un adeguamento degli standard all’implementazione del carico urbanistico.
Altro vantaggio, per il privato, “è consistito nel pagamento di oneri di urbanizzazione assai più bassi di quelli che, laddove l’intervento fosse stato correttamente qualificato come nuova costruzione (invece che come ristrutturazione), sarebbero stati dovuti” sostiene il giudice.
Il giudice non invoca la “buona fede” ma, citando la Suprema Corte, chiarisce come sui soggetti interessati all’ottenimento del titolo edilizio, così come sui professionisti e i funzionari che partecipano al procedimento di rilascio, “gravi l’onere di agire informati e preparati” a maggior ragione quando, “come in questo caso, il titolo edilizio sia manifestamente e macroscopicamente illegittimo, in quanto formatosi in patente violazione di legge e attraverso uno stravolgimento della nozione di ristrutturazione edilizia”.
Il sequestro preventivo, nel caso di un cantiere in fase di avanzamento, resta l’unica misura possibile per il gip Fiorentini visto che non è prevedibile alcun intervento in autotutela da parte dell’amministrazione comunale, “i cui rappresentanti sono proprio i principali concorrenti nei reati, che hanno emesso/contribuito a emettere il titolo edilizio invalido, occultando artificiosamente la situazione fattuale e fornendo una falsa rappresentazione del quadro normativo di riferimento”.
di Mario Catania
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