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Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare

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Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare. Un “sistema” che, secondo la procura, avrebbe tentato di espropriare il controllo pubblico delle linee guida di sviluppo urbanistico della città

Milano inchieste infinite

Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare

Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare. Un “sistema” che, secondo la procura, avrebbe tentato di espropriare il controllo pubblico delle linee guida di sviluppo urbanistico della città

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Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare

Milano, le inchieste (infinite), la storia e un futuro da salvare. Un “sistema” che, secondo la procura, avrebbe tentato di espropriare il controllo pubblico delle linee guida di sviluppo urbanistico della città

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In un’inchiesta clamorosa come quella che ha scosso Milano, la prima lettura si esaurisce in fretta, restando nella civiltà giuridica: c’è un’inchiesta in corso, conosciamo le ipotesi dell’accusa, attendiamo di capire cosa reggerà all’aula. Anzi, cosa arriverà a essere valutato in un processo e cosa no. Per il momento c’è la descrizione di un presunto “sistema” che, secondo la procura di Milano, avrebbe tentato di espropriare il controllo pubblico delle linee guida di sviluppo urbanistico della città. Una tesi che appare logico sviluppo della già molto impattante inchiesta sui tanti cantieri edilizi di Milano messi sotto la lente di ingrandimento.

Inchiesta che a oggi non ha ancora visto uno sbocco processuale e che ha lasciato in un limbo insostenibile cittadini la cui unica colpa è stata quella di acquistare su carta, in cantieri poi bloccati dalle indagini. C’è n’è poi una che oseremmo definire filosofico-ideologica e che sembra voler spostare l’attenzione sulle scelte politiche e imprenditoriali fatte in città. Come se il lungo e doveroso dibattito sulla gentrification di Milano si trasferisse in procura e domani – forse – in tribunale.

Sono anni che Milano viene da un lato lodata per la sua crescita impetuosa. Dall’altro, invidiata e impallinata per i temi legati alla sicurezza e ancor più ai costi insostenibili non solo per il “proletariato”, ma per la stessa classe media e un pezzo della borghesia che di Milano è anima.

Il capoluogo lombardo è sempre stato un luogo inclusivo. Milioni di persone vi hanno trovato casa temporanea o stabile e, al netto delle facili parodie, chi ha voglia e si sbatte – per dirlo alla meneghina – è difficile stia male. Per questo stesso motivo, è una città molto selettiva nel lavoro e ben più meritocratica di qualsiasi altra in Italia. Via via più cara e inavvicinabile con il crescere del suo stesso successo. La politica avrebbe dovuto fare di più per contenere e gestire il fenomeno? Senza dubbio ma questa è politica. Oggi sappiamo che probabilmente il modello di crescita degli ultimi anni è stato affossato per sempre da un’inchiesta da cui sarà difficile risollevarsi.

Di Fulvio Giuliani

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