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Milano: un uomo orrido, una confessione sconvolgente

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L’ipotesi più probabile sulla tragedia di Milano è che l’uomo abbia dato fuoco all’appartamento intenzionalmente, poi abbia chiuso la porta dall’esterno

Milano: un uomo orrido, una confessione sconvolgente

L’ipotesi più probabile sulla tragedia di Milano è che l’uomo abbia dato fuoco all’appartamento intenzionalmente, poi abbia chiuso la porta dall’esterno

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Milano: un uomo orrido, una confessione sconvolgente

L’ipotesi più probabile sulla tragedia di Milano è che l’uomo abbia dato fuoco all’appartamento intenzionalmente, poi abbia chiuso la porta dall’esterno

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Sembrava fin dall’inizio una storia strana, quella della donna morta a Milano dopo essersi lanciata dal quarto piano dell’appartamento in cui viveva. Un appartamento in cui, poco prima, era scoppiato un incendio. I vicini avevano sentito le sue urla d’aiuto e l’avevano vista precipitare, ma l’elemento che ha insospettito subito gli inquirenti è stato un dettaglio cruciale: la porta di casa era chiusa dall’esterno. Proprio per questo l’attenzione si è concentrata fin da subito sul compagno che, al momento della tragedia, si trovava in un bar poco distante. I vicini hanno riferito di frequenti litigi tra i due, di un rapporto difficile, e hanno descritto l’uomo come ossessivo e spesso violento nei confronti della compagna.

Lui stesso ha ammesso di aver avuto una lite con lei poco prima dei fatti: secondo la sua versione, lei voleva che andasse a dormire, mentre lui insisteva per continuare a bere. A quel punto, avrebbe gettato una sigaretta accesa sul tappeto e da lì — sempre secondo il suo racconto — sarebbe divampato l’incendio.

Ma la ricostruzione non regge. Nell’appartamento sono state trovate tracce di due sostanze acceleranti, segno che il rogo potrebbe essere stato appiccato volontariamente. L’ipotesi più probabile è che l’uomo abbia dato fuoco all’appartamento intenzionalmente, poi abbia chiuso la porta dall’esterno, impedendo alla donna ogni possibilità di fuga. Il dettaglio più agghiacciante è che, mentre lei moriva, lui stava tranquillamente bevendo una birra in un bar a pochi passi dall’abitazione. Chi lo conosce lo descrive come possessivo e aggressivo, e chi lo ha interrogato ha parlato di un uomo freddo, incapace di mostrare dolore o pentimento.

La donna, madre di un bambino di dieci anni, è morta così. È l’ennesima vittima di un rapporto malato da cui non è riuscita a fuggire. Come troppe altre, ha pagato con la vita.

di Annalisa Grandi

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