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minore uccide tartaruga a la spezia

Minore uccide tartaruga, l’Enpa agirà (anche) contro i genitori

Quanto successo a La Spezia, dove un minore ha fracassato una tartaruga fino a ucciderla, merita una riflessione. L’Enpa denuncerà anche chi era tenuto ad educare il ragazzo
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Minore uccide tartaruga, l’Enpa agirà (anche) contro i genitori

Quanto successo a La Spezia, dove un minore ha fracassato una tartaruga fino a ucciderla, merita una riflessione. L’Enpa denuncerà anche chi era tenuto ad educare il ragazzo
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Minore uccide tartaruga, l’Enpa agirà (anche) contro i genitori

Quanto successo a La Spezia, dove un minore ha fracassato una tartaruga fino a ucciderla, merita una riflessione. L’Enpa denuncerà anche chi era tenuto ad educare il ragazzo
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Quanto successo a La Spezia, dove un minore ha fracassato una tartaruga fino a ucciderla, merita una riflessione. L’Enpa denuncerà anche chi era tenuto ad educare il ragazzo

Poteva essere un semplice “filone”, un’assenza da scuola all’insaputa dei propri genitori. Invece, quanto successo ieri a La Spezia si è trasformato nell’uccisione di una tartaruga da parte di un minorenne che ne ha fracassato il carapace con una pietra fino all’estremo. Non basta: si è fatto filmare dagli amici, per poi far circolare il video in una chat WhatsApp.

Fortunatamente, la telecamera dello smartphone non era l’unica lì presente, e la videosorveglianza di Parco della Rimembranza ha ripreso quegli attimi di violenza sconsiderata e becera, che devono essere sembrati eroici agli occhi del ragazzo e dei suoi amici. Il minore è stato denunciato alla Procura della Repubblica per il reato di maltrattamento e lesioni di animali, disciplinato dall’articolo 544-ter del codice penale. La responsabilità penale, come sancito dall’articolo 27 della Costituzione, è personale e l’articolo 98 del codice penale stabilisce che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto 14 anni ma non ancora i 18, se aveva capacità di intendere e di volere”, elemento quest’ultimo su cui non ci sono dubbi, vista anche la lucidità di farsi registrare e diffondere in chat il video del gesto killer. La notizia è che l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali non solo presenterà denuncia penale ma, “posto che, trattandosi di un minore, l’Associazione non potrà costituirsi parte civile, tutti i soggetti tenuti alla custodia, sorveglianza ed educazione dei minori verranno chiamati in causa da Enpa in un separato processo civile per ottenere il risarcimento del danno che ovviamente verrà completamente devoluto alla tutela degli animali”, si legge nel comunicato dell’Ente.   È la prima volta che l’Enpa cita in causa, oltre all’autore del reato, anche i genitori del minore sui quali vertono degli obblighi all’educazione dei figli non solo morali ma anche legali, civilistici. Perché se è vero che il reato è un risultato, l’educazione è il modo per evitarlo. “La decisione di agire in giudizio contro i genitori non ha alcun intento giustizialista – spiega ai nostri microfoni l’avvocato Claudia Ricci – ma di giustizia sociale. Dobbiamo fare entrare nel sentire comune il concetto che siamo tutti coinquilini dello stesso pianeta. Se il rispetto reciproco per tutti gli essere viventi non viene insegnato ai più piccoli che sono il nostro futuro, non ci sarà sopravvivenza per nessuno“, chiosa Ricci. Violenze del genere sono costantemente in aumento negli ultimi anni e non ci si può voltare dall’altra parte. “Diversamente dall’opinione comune, questi episodi non avvengono sempre in contesti disagiati economicamente”, aggiunge l’avvocato. Evidentemente, sono molte le mancanze che portano sempre più ragazzi a dare dimostrazione di forza, attaccando gli indifesi. “Da tanti anni ormai Enpa insieme a LINK ITALIA, sottolinea l’importanza di interpretare la crudeltà sugli animali come indicatore di pericolosità sociale. Si potrebbero salvare tante vite punendo con severità chi maltratta o uccide gli animali“, si legge nel comunicato. Spesso, con i ritmi di questo secolo, il ruolo degli educatori cade nell’oblio. Per questo, è necessario rimettere al centro il ruolo educativo dei genitori, della scuola e della società. Ancor prima di punire l’autore, bisognerebbe agire per prevenire il reato. Di Giovanni Palmisano

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