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“Non si affitta ai tatuati”, la nuova frontiera della discriminazione sui social

“Non vogliamo affittare casa ai tatuati. Nei condomini ci dev’essere una certa decenza”. Le frasi choc ricevute da una coppia di Milano che cerca casa a Torino

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“Non si affitta ai tatuati”, la nuova frontiera della discriminazione sui social

“Non vogliamo affittare casa ai tatuati. Nei condomini ci dev’essere una certa decenza”. Le frasi choc ricevute da una coppia di Milano che cerca casa a Torino

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“Non si affitta ai tatuati”, la nuova frontiera della discriminazione sui social

“Non vogliamo affittare casa ai tatuati. Nei condomini ci dev’essere una certa decenza”. Le frasi choc ricevute da una coppia di Milano che cerca casa a Torino

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“Non vogliamo affittare casa ai tatuati. Nei condomini ci dev’essere una certa decenza”. Le frasi choc ricevute da una coppia di Milano che cerca casa a Torino

Sui social si sa, odio e discriminazione spesso trovano terreno fertile. Succede che una coppia di Milano cerca casa a Torino, ma viene discriminata e offesa per via dell’aspetto fisico. 

Lo scorso 27 agosto, Alessia Castellani e Daniel Iaconis hanno pubblicato sul gruppo Facebook “SEI DI MIRAFIORI SUD…” il seguente post: clicca qui per leggere il post.

Fino a qui nulla di strano – come ci racconta la stessa Alessia Castellani – “Siamo una coppia di Milano che vuole trasferirsi a Torino per motivi personali. Vivere a Milano è dispendioso, ultimamente poco sicuro, a Torino abbiamo molti amici e pensiamo che ad oggi ci sia una migliore qualità della vita”. Con i migliori propositi, dunque, la coppia pubblica un annuncio consapevole che, come si legge nell’annuncio, la ricerca può rivelarsi ostica per via delle garanzie richieste per siglare un contratto d’affitto.

“Io e Daniel siamo lavoratori autonomi poco più che trentenni, io tatuo da un annetto, mentre lui è nel settore da 10 anni e lavora anche all’estero. Diciamo che, pur non avendo uno studio nostro, le entrate sono sufficienti e pagare l’affitto che per noi non è mai stato un problema” – continua Alessia – “Inizialmente, dopo la pubblicazione dell’annuncio, abbiamo ricevuto insulti pesanti da parte di un utente che ci ha definito “sporchi e schifosi” per via del nostro aspetto e pensavamo che si trattasse di un caso isolato” – e aggiunge – “Sono abituata agli insulti, spesso quando cammino sola per strada le persone mi attaccano perché ho le braccia tatuate. Dopo che la notizia è diventata virale, però, abbiamo letto molti commenti di affittuari, o presunti tali, che reclamavano il diritto di non affittare la casa a persone come noi scrivendo frasi del tipo “nei condomini ci dev’essere una certa decenza”. Capisco la libertà di opinione, ma una cosa del genere non me la sarei mai aspettata”. 

Fortunatamente, sono molti i commenti e i messaggi di conforto a sostegno della coppia. Che lo si voglia accettare o meno, Alessia e Daniel sono due ragazzi che conducono una vita normalissima, come molti altri: “lavoriamo tutto il giorno, il venerdì sera sushi e poi a letto. A stento andiamo a ballare. Ci attaccano e ci danno dei drogati soltanto perché siamo tatuati. Non siamo più negli anni 60 in cui la maggior parte erano galeotti, siamo nel 2024 e ancora combattiamo contro i tatuaggi anziché combattere contro le persone che odiano le altre persone”.

Del resto, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a persone economicamente indipendenti che si vedono negare un affitto avendo la sola colpa di essere stigmatizzate e discriminate per via del colore della pelle o per colpa del proprio accento meridionale, di un orientamento sessuale “anomalo” oppure come in questo caso, per via del proprio aspetto fisico. Scrive Alessia: “Abbiamo tatuaggi, è il nostro lavoro e la nostra passione, ma trovo vile e agè associare la nostra figura a qualcosa che possa riportare alla mente droga sporcizia e criminalità! Combattiamo ogni giorno con persone cattive che ci offendono con parole davvero sconcertanti, specialmente io che tra i due sono la più fragile quando si tratta di critiche malvagie! Ho fiducia nel genere umano e spero che un giorno si riuscirà a scindere l’aspetto fisico dalla persona stessa, e spero che un giorno le persone capiranno che le parole feriscono, specie se sono così lontane dalla realtà! Dietro a quei tatuaggi ci sono persone delle quali voi ignorate la vita, non sapete né se sono laureate, né se sono oneste, né se fanno beneficenza, ne se sono persone che aiutano il prossimo!”

Conclusione, mai giudicare un libro dalla copertina, specialmente in un momento storico particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, occorre fermarsi e riflettere. Queste situazioni ci richiamano al dovere quotidiano di fronteggiare l’odio e la discriminazione sociale accettando le diversità che si compiono, per esempio, nella libertà di pensiero e di costume.

di Angelo Annese

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