Emergono dettagli sempre più sconcertanti sul grave incidente avvenuto durante le riprese di “Rust”. Un film già visto in cui pressapochismo e colpevole leggerezza sono i principali protagonisti.
Si va arricchendo di dettagli sempre più sconcertanti il contesto del grave incidente avvenuto durante le riprese del film “Rust”. Il sito “The Wrap” rivela infatti che la pistola con la quale l’attore Alec Baldwin ha ucciso la direttrice della fotografia e ferito il regista sarebbe stata usata poche ore prima da alcuni membri della troupe per un’esercitazione con munizioni vere: per ingannare la noia questi avrebbero infatti iniziato a prendere di mira lattine di birra e altri bersagli.
Non è tutto. La società di produzione avrebbe anche ammesso che l’assistente regista, che ha passato il revolver all’attore, era stato già licenziato in una precedente occasione dopo che sempre un’arma da fuoco aveva ferito, questa volta non gravemente, un membro della troupe. Proprio a lui e all’armiere, alla sua prima esperienza, era stato affidato il compito di controllare le pistole usate nel film western.
Emerge così un quadro di pressapochismo e colpevole leggerezza che avremmo faticato ad associare alla fiorente e collaudata industria hollywoodiana. Che qualcosa sul set non stesse andando per il verso giusto lo provano anche le precedenti proteste di buona parte della troupe, esasperata per i ritmi forsennati di lavoro imposti dalla produzione.
Si tratta purtroppo di un film già visto, a tutte le latitudini: chi s’illude di trarre profitto dalla violazione delle norme sulla sicurezza non fa altro che fabbricarsi con le proprie mani il detonatore che porterà alla perdita di vite umane e alla rovina economica.
di Vittorio Pezzuto
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