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“Pensavo fosse sapone, invece era droga dello stupro”

Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, è stata arrestata dopo che nella sua abitazione sono stati trovati tre flaconi della cosiddetta “droga dello stupro”. La sua diffusione cresce molto rapidamente tra giovani e meno giovani, per ragioni ben precise.
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“Pensavo fosse sapone, invece era droga dello stupro”

Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, è stata arrestata dopo che nella sua abitazione sono stati trovati tre flaconi della cosiddetta “droga dello stupro”. La sua diffusione cresce molto rapidamente tra giovani e meno giovani, per ragioni ben precise.
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“Pensavo fosse sapone, invece era droga dello stupro”

Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, è stata arrestata dopo che nella sua abitazione sono stati trovati tre flaconi della cosiddetta “droga dello stupro”. La sua diffusione cresce molto rapidamente tra giovani e meno giovani, per ragioni ben precise.
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Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, è stata arrestata dopo che nella sua abitazione sono stati trovati tre flaconi della cosiddetta “droga dello stupro”. La sua diffusione cresce molto rapidamente tra giovani e meno giovani, per ragioni ben precise.
Claudia Rivelli, sorella 71enne di Ornella Muti, star dei fotoromanzi anni ‘70, è stata arrestata dopo che nella sua abitazione sono stati trovati tre flaconi da un litro di droga dello stupro. “Io la uso per pulire casa e lucidare l’argenteria, mio figlio per far brillare l’auto” è stata la difesa davvero poco convincente della signora che ha aggiunto: “E’ stata la mia defunta madre a insegnarmi le proprietà di questa sostanza per la pulizia”. A febbraio è stata fissata la prima udienza del processo a suo carico.

La “droga della stupro”: cos’è e perché si utilizza

Conosciuta soprattutto con il nome di “droga dello stupro”, la GHL è una sostanza pericolosissima che inibisce la volontà e cancella i ricordi. Gli effetti arrivano circa 20 minuti dopo l’assunzione e sono devastanti: perdita dei sensi, dell’orientamento, nausea, problemi respiratori e, nei casi più gravi, può portare all’arresto cardiocircolatorio fino alla morte. Non è una droga che comunemente si assume quando si è da soli. I casi di cronaca hanno mostrato come questa venga di solito fatta assumere senza consenso, messa di nascosto all’interno di un drink; le vittime sono quasi sempre ragazze giovani che, dopo aver assunto questo tipo di sostanza, diventano dei “morti viventi”. Tanti purtroppo i casi di accuse di stupro dovuti a questa droga, anche da parte di persone benestanti come l’imprenditore 43enne Alberto Genovese, fondatore del portale assicurativo Facile.it, Antonio Di Fazio, amministratore unico della Global Pharma e ultimo della lista il presentatore tv del canale Marco Polo Ciro Di Maio Questa droga, incolore e praticamente inodore, è una sostanza molto subdola perchè viene metabolizzata dall’organismo rapidamente così da rendere più difficile il rilevamento.

Perché si è arrivati fino a questo terribile punto

Difficile comprendere le motivazioni che spingono alcune persone a diventare pericolosissimi stupratori: si va soprattutto dai problemi sessuali fino alla deriva necrofiliaca (atti con morti). Rispetto al caso Genovese, la psicoterapeuta Stefania Andreoli, interpellata dal programma “Non è l’Arena” in onda su La7, aveva individuato nell’uso della droga dello stupro “la volontà di manifestare il proprio disprezzo verso le donne, usate come degli oggetti inanimati”. L’azione è premeditata, lo stupratore può facilmente abusare fisicamente della vittima senza la possibilità di essere in seguito riconosciuto e quindi denunciato alle forze dell’ordine. Genovese, ad esempio, venne scoperto solo perchè la ragazza il giorno seguente alle violenze ebbe bisogno di cure ospedaliere tanta fu la ferocia. Furono le ferite e le telecamere all’interno dell’abitazione a confermare gli abusi, non certo i ricordi vaghi nella mente della giovane. Una droga che si sta diffondendo molto rapidamente anche per i costi molto bassi, dove il corpo delle vittime diventa un vero e proprio oggetto completamente privo, oltre che di sensi, anche di dignità.   di Filippo Messina

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