Milano e inquinamento, via da domani a nuove limitazioni
Non c’è più tempo. La notizia che vede Milano tra le città più inquinate al mondo ha spinto la Regione a emanare da domani nuove limitazioni temporanee
| Cronaca
Milano e inquinamento, via da domani a nuove limitazioni
Non c’è più tempo. La notizia che vede Milano tra le città più inquinate al mondo ha spinto la Regione a emanare da domani nuove limitazioni temporanee
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Non c’è più tempo. La notizia che vede Milano tra le città più inquinate al mondo ha spinto la Regione a emanare da domani nuove limitazioni temporanee
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Non c’è più tempo. La notizia che vede Milano tra le città più inquinate al mondo ha spinto la Regione a emanare da domani nuove limitazioni temporanee
Checché ne dica il sindaco Beppe Sala. l’aria di Milano risulta irrespirabile. La notizia che circola in questi giorni che mette sul podio il capoluogo lombardo tra le città più inquinate al mondo è davvero preoccupante. Se la gioca con Delhi (India), Dhaka (Bangladesh) e Lahore (Pakistan). All’ombra della Madonnina sono stati registrati livelli di PM2.5 (particolato) che hanno superato i 150ug/m3. Stando al primo cittadino però i dati non sarebbero attendibili “perché provenienti da enti privati e non da Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale”.
La Regione ha comunicato che da domani, martedì 20 febbraio, si attiveranno misure temporanee di 1° livello nelle province che hanno raggiunto almeno il quarto giorno consecutivo di polveri sottili oltre la soglia di guardia tra cui, oltre Milano anche Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia.
Le misure di primo livello prevedono: il divieto di combustioni e di accensione di fuochi all’aperto e la circolazione di tutti i veicoli Euro 0 e 1 di qualsiasi alimentazione e dei veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio, tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30, per i Comuni con più di 30.000 abitanti.
Per quanto riguarda il traffico, le misure già previste nella città di Milano in area B saranno estese anche nelle giornate di sabato e di domenica e coinvolgeranno anche i veicoli Euro 4 diesel commerciali anche se con FAP e gli Euro 0 e 1 a Gpl e metano.
Non solo smog e automobili: le misure temporanee di primo livello prevedono anche che in tutti i Comuni delle province coinvolte sia vietato tenere regolati i riscaldamenti su temperature superiori a 19°C nelle abitazioni e nei negozi. È proibito, inoltre, utilizzare stufe a legna per riscaldamento domestico (in presenza di un impianto alternativo) di classe emissiva fino a 3 stelle. Per quanto riguarda il settore agricolo, è vietato spandere i liquami di allevamento salvo iniezione e interramento immediato.
Avevamo già parlato dell’esigenza di un piano d’azione urgente se non si vuole correre il rischio di dover paralizzare prima o poi una città che ogni giorno viene presa d’assalto da migliaia di persone. Proprio da quest’ultime serve partire. Serve creare una coscienza critica che aiuti a comprendere come l’ambiente, ad oggi, sia non una priorità ma LA priorità. Convincere le persone a mollare l’auto in favore dei mezzi pubblici (che a Milano, peraltro, funzionano molto bene) non è un opera semplice. Servirebbero più parcheggi ai capolinea delle metropolitane e che questi non avessero costi esorbitanti. Per entrare nel centro città, ad oggi, è richiesto un ticket d’ingresso che costa giornalmente 7 euro e 50, una cifra che non scoraggia l’utilizzo delle macchine ma che semmai le incoraggia a “scavalcare” le telecamere entrando in retromarcia dalle viuzze a senso unico.
Oltre alle auto, allo smog in pianura padana, contribuiscono pesantemente anche la massiccia presenza di allevamenti intensivi e il riscaldamento domestico. La posizione geografica rema contro, poichè le Alpi schermano il territorio dai venti, permettendo agli agenti inquinanti di ristagnare. Se su quest’ultimo punto non possiamo fare nulla, sulle altre voce il contributo dell’uomo può fare la differenza. Bisogna cominciare perché è già tardi. L’amministrazione comunale assieme alla Regione devono prendere dei provvedimenti – alcuni sicuramente impopolari – prima che la situazione precipiti ulteriormente.
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