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Pessime maestre femministe

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Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza. Ecco cosa è successo

Pessime maestre femministe

Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza. Ecco cosa è successo

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Pessime maestre femministe

Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza. Ecco cosa è successo

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Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene sono tutte e tre indagate per stalking e diffamazione dalla procura di Monza. Pochi giorni fa è stata chiusa l’inchiesta, ora la parola passa al giudice delle indagini preliminari. Ieri, l’opinionista Selvaggia Lucarelli ha denunciato in un lungo articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano le note influencer femministe, insieme all’attivista palestinese Karem Rohana, a Giuseppe Flavio Pagano e a Flavia Carlin, ree, secondo l’opinionista, di aver scatenato quelle che vengono chiamate “call out”, ovvero, mobilitazioni di massa per accusare soggetti entrati nel loro mirino, riportando accuse specifiche su cui focalizzare odio nella chat condivisa “Fascistella”.

Vagnoli, Fonte e Sabene sono sott’accusa per aver “condotto una campagna denigratoria”. Il Pubblico ministero, Alessio Rinaldi, ha infatti scritto che tutte e tre (sottolineando il ruolo marginale di Sabene) hanno fatto terra bruciata attorno a un ragazzo reo di aver prima tradito e poi lasciato F., una loro amica. Azioni che hanno alimentato “un contesto relazionale ostile e potenzialmente lesivo”, che hanno portato il ragazzo a tentare il suicidio. Per la Procura di tratta di “vessazione pubblica” o “gogna digitale”. Nel vortice degli insulti, non solo gente comune ma anche noti personaggi come, appunto, Selvaggia Lucarelli, la giornalista Cecilia Sala e la scrittrice Michela Murgia.

QUALCHE ESEMPIO

Mattarella: «Vecchio di merda». Liliana Segre: «Vecchia nazi». Viola Carofalo (Potere al popolo): «Stronza». Valentina Mira (scrittrice): «Pazza sfigata». Marco Travaglio: «I libri li fa scrivere da qualcun altro oppure direttamente da Chat Gpt». Fabio Fazio, accusato di aver escluso Patrik Zaki dalla sua trasmissione: «Lo hanno fatto fuori da ogni spazio per l’esposizione sulla Palestina. Con Fazio che lo sostituisce con la Segre… Merda, che mafia che sono».

Michela Murgia: «Era in gran parte una persona di merda» è il giudizio di Carlotta Vagnoli. «Eviterei di ritenere che si batteva per la sanità pubblica visto che ha evaso il fisco per anni rivendicandolo. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn. Da morta vengono fuori i debiti a fiumi». E ancora: «Mi sa che Chiara Valerio sta provando a fare come lei senza la sua scaltrezza». E sempre su Chiara Valerio: è Karem Rohana a definirla «fascista omotransfobica pro-israele». Giuseppe Flavio Pagano continua sulla Murgia: «Il marito poi ha ereditato i debiti?». Vagnoli: «Marito e figli, va che son tutti nella merda, eh..». Con Selvaggia Lucarelli sono particolarmente velenosi: «Gossip, commedia sexy. Un cancro di quelli recidivi con metastasi al buco del… povera crista, psicopatica, povera stronza…».

A Paolo Mieli, Roberto Saviano e Cecilia Sala il gruppetto dedica riferimenti di tipo sessuale. Ma sono per Cecilia le parole più sconcertanti, mentre lei è in carcere in Iran: «Ha dato una svolta definitiva alla sua carriera». All’avvocata Cathy La Torre riservano la parola «stupida» prima che Flavia Carlini commenti: «È sul baratro da un po’». Storpiano i nomi per «costruire» parole da bodyshaming ed è proprio Flavia Carlini a esortare gli altri: «Dobbiamo attaccare, accusare».

LE REAZIONI PUBBLICHE

Dopo la sorpresa, le reazioni. Cecilia Sala risponde con una storia su Instagram: «Ci siamo fatti spiegare le molestie dagli indagati per stalking. Il bodyshaming da quelli che non fanno altro. Il femminismo da quelli che descrivono le donne che lavorano come “scendi-caz..”». Cathy La Torre confessa: «Ci sono rimasta molto molto male» parlando della sua amica Flavia. E ricorda che quel che è scritto nella chat «è reato. Si chiama diffamazione. Se fate divulgazione e non sapete nemmeno questo forse è meglio se fate un passo indietro o se rimanete in silenzio». Per Lucarelli: «È il momento di riflettere su come il femminismo radicale metta in pericolo quello sano e necessario». Vagnoli non arretra, anzi: «Selvaggia, sai chi faceva uso di metodi illeciti per punire i nemici a mezzo stampa? Esatto: i fascisti».

Di Claudia Burgio

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