Piacenza: bullo rompe il polso a un compagno, i genitori dovranno pagare 12 mila euro
Piacenza, per il giudice i genitori “sono civilmente responsabili della condotta del figlio”
Piacenza: bullo rompe il polso a un compagno, i genitori dovranno pagare 12 mila euro
Piacenza, per il giudice i genitori “sono civilmente responsabili della condotta del figlio”
Piacenza: bullo rompe il polso a un compagno, i genitori dovranno pagare 12 mila euro
Piacenza, per il giudice i genitori “sono civilmente responsabili della condotta del figlio”
Piacenza, dovranno risarcire con 12mila euro la famiglia del ragazzo aggredito dal figlio. È questa la decisione del giudice Maria Rosaria Sciurpa del Tribunale di Piacenza, che ha ritenuto i genitori di un quindicenne responsabili della condotta violenta del giovane.
L’episodio risale a quattro anni fa. Durante una partitella al parco comunale di San Giorgio Piacentino, il ragazzo aveva aggredito un compagno di un anno più piccolo dopo una lite scoppiata per futili motivi. Tutto è cominciato con le tipiche tensioni da campetto: prima gli insulti tra i due, poi l’escalation. Il bullo ha sferrato un calcio violento al ragazzino, per poi strattonarlo e scaraventarlo a terra causando la rottura del polso. Una brutta frattura che ha impiegato sessanta giorni prima di rimarginarsi del tutto.
Cartelle cliniche alla mano, i genitori della vittima avevano denunciato il fatto. In aula, però, i genitori dell’aggressore hanno cercato di difendersi sostenendo che si trattasse di un incidente e chiedendo l’applicazione della cosiddetta “esimente sportiva” (cioè la norma che esclude la punibilità per fatti violenti avvenuti nell’ambito di una normale attività sportiva). Tuttavia, le testimonianze dei presenti hanno scongiurato ogni dubbio. “Confermo che nell’occasione in cui ho visto nel parco il ragazzo, quest’ultimo ha spintonato il figlio del mio collega, che è caduto a terra e si è fatto male”, ha raccontato un testimone. Un altro ha riferito di aver soccorso il ragazzino mentre piangeva a terra per il dolore. Dunque, secondo la sentenza, la caduta e la frattura “esulano completamente dalla dinamica di gioco”, motivo per cui non può applicarsi l’esimente sportiva invocata dai genitori. Dopo anni di processo, il tribunale ha infine stabilito che i genitori dell’aggressore sono civilmente responsabili dei danni provocati dal figlio. Oltre al risarcimento, dovranno sostenere anche le spese processuali.
Di Angelo Annese
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