Presunti colpevoli, il “no” facile dei magistrati italiani
I magistrati italiani hanno il “no” facile. Respingono la separazione delle carriere, rifiutano i limiti nella pubblicazione delle intercettazioni sui media, chiudono su tutto, non fanno passare uno spillo
Presunti colpevoli, il “no” facile dei magistrati italiani
I magistrati italiani hanno il “no” facile. Respingono la separazione delle carriere, rifiutano i limiti nella pubblicazione delle intercettazioni sui media, chiudono su tutto, non fanno passare uno spillo
Presunti colpevoli, il “no” facile dei magistrati italiani
I magistrati italiani hanno il “no” facile. Respingono la separazione delle carriere, rifiutano i limiti nella pubblicazione delle intercettazioni sui media, chiudono su tutto, non fanno passare uno spillo
I magistrati italiani hanno il “no” facile. Respingono la separazione delle carriere, rifiutano i limiti nella pubblicazione delle intercettazioni sui media, chiudono su tutto, non fanno passare uno spillo
I magistrati italiani hanno il “no” facile. Respingono la separazione delle carriere, rifiutano i limiti nella pubblicazione delle intercettazioni sui media, chiudono su tutto, non fanno passare uno spillo. Pensare che si sarebbero lasciati intenerire da una proposta innocua e gentile come l’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime dei loro errori, è stato un peccato di superficialità. Così come lo è stato aver pensato che un normale iter parlamentare potesse andare oltre certi istinti di autoconservazione o superare certe vecchie abitudini della politica. Quando in realtà c’è un altro grosso problema che resta irrisolto.
Il Parlamento sta ragionando sull’istituzione di una Giornata nazionale per le vittime degli errori giudiziari il 17 giugno, data dell’arresto di Enzo Tortora. Sarebbe un’iniziativa di sensibilizzazione nelle scuole sul valore del giusto processo e su quello della libertà e della dignità personale, della presunzione di non colpevolezza anche per i detenuti in attesa di giudizio. Apriti cielo. L’Associazione nazionale magistrati, tramite il suo presidente Giuseppe Santalucia, ha fatto sapere di considerarla incomprensibile ai più (i cittadini non coglierebbero tecnicamente il significato di errore giudiziario), pericolosa (potrebbe far apparire come liberticida il nostro sistema giudiziario) e ingiustificata (perché allora non istituire anche una Giornata per le vittime di errori medici?). La politica ne ha fatto l’occasione per i consueti teatrini vestiti di lana caprina (quello di Tortora non fu tecnicamente un errore giudiziario, casomai un’ingiusta detenzione).
Intanto tre innocenti al giorno continuano a essere arrestati con la certezza che saranno risarciti. L’associazione Errorigiudiziari.com ha stimato che negli ultimi 30 anni almeno 100mila persone hanno subìto una custodia cautelare, salvo poi essere riconosciute non colpevoli (a prescindere dall’aver ottenuto un indennizzo). Chissà quante altre sono state ripassate nella padella giudiziaria senza magari essere arrestate, ma vedendosi la vita devastata da una condanna mediatica precoce.
Eccolo, il problema irrisolto. Finché la stragrande maggioranza dei media continuerà a tirarsi una volata reciproca con i magistrati, crocifiggendo gli indagati sulla sola base di un avviso di garanzia o anche di un arresto perché così pare al pm di turno, il cittadino sarà sempre un presunto colpevole. Scardinare questo meccanismo, ripristinare la legalità anche nella considerazione di un indagato, è la chiave da cui ripartire.
di Valentino Maimone
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