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Processo Impagnatiello, non chiamatela follia

Il processo Impagnatiello continua con la testimonianza della 23enne amante che ha dichiarato di aver provato ad aiutare Giulia. Tutto il resto è orrore, non follia

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Processo Impagnatiello, non chiamatela follia

Il processo Impagnatiello continua con la testimonianza della 23enne amante che ha dichiarato di aver provato ad aiutare Giulia. Tutto il resto è orrore, non follia

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Processo Impagnatiello, non chiamatela follia

Il processo Impagnatiello continua con la testimonianza della 23enne amante che ha dichiarato di aver provato ad aiutare Giulia. Tutto il resto è orrore, non follia

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Il processo Impagnatiello continua con la testimonianza della 23enne amante che ha dichiarato di aver provato ad aiutare Giulia. Tutto il resto è orrore, non follia

Un bugiardo, prima che uno spietato assassino. Colpisce la testimonianza in aula della 23enne che aveva una relazione con Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta del loro bambino.

Colpisce perché la ragazza racconta di aver provato ad aiutare Giulia, perché descrive una storia non così frequente di solidarietà femminile. Non una contro l’altra ma una accanto all’altra, unite dalle bugie di un uomo che mentiva a entrambe.

Anche la 23enne era rimasta incinta. Impagnatiello la convinse ad abortire. Non solo, provò a convincerla anche che il figlio che Giulia aspettava non era suo. Portandole addirittura un falso test del Dna. Eppure lei non gli credette. Tanto da provare, insieme a Giulia, a incontrare quell’uomo che diceva a entrambe di amarle. E mentiva. Lui naturalmente non si presentò. Il resto è la storia dell’orrore.

Dell’omicidio pianificato da mesi. Del veleno. Delle ricerche in Rete su come uccidere una donna incinta. Su come uccidere quel figlio che certo era suo. Thiago, avrebbe dovuto chiamarsi.

Il resto, è orrore. Ma non follia. Qui parliamo di una persona che ha mentito per mesi, che ha pianificato tutto. E c’è solo da augurarsi che la giustizia, faccia presto il suo corso.

di Annalisa Grandi

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